Le infiltrazioni mafiose nei cantieri della Torino-Lione


"Dobbiamo attaccare le reti mafiose al portafoglio". Questo impegno di Manuel Valls nel 2013, quando ricopriva la carica di ministro degli Interni, è stato dimenticato come ha rivelato l’indagine della rivista investigativa Vox Pop. Diffusa il 10 novembre su Arte, l'indagine mostra il modo in cui la mafia si è infiltrata nel progetto della linea ad alta velocità che collegherà Torino e Lione nel 2030. Questo attraverso contratti di outsourcing "spesso meno controllati". "Tutte le procedure per garantire la sicurezza dei cittadini, la salute dei cittadini e la trasparenza negli appalti pubblici e nelle gare d'appalto sono costantemente violate e calpestate", denuncia Lucia Giunti, del movimento No TAV.
Un’informazione confermata dal Canard Enchaîné del 12 novembre. Il giornale satirico pone notoriamente la società Italcoge in contatto con la ndrangheta. La società è stata commissionata dalla Lyon Turin Railway (LTF), azienda aggiudicatrice del progetto, di fornire e istallare le porte metalliche anti-intrusione. Ma secondo le immagini pubblicate da Carnard "le porte sono già arrugginite" ... Già nel dicembre 2012, la rivista Politis si era interrogata sulla presenza di imprese di subfornitura "dubbie" e più in generale sulla gestione del grande progetto Lione-Torino. "Come è possibile che per la galleria di Venaus in Italia si è passati dai 4,3 milioni di euro nel 2005 ai 6,5 milioni di euro nel 2006, quando il cantiere è stato abbandonato nel 2005?", chiede il giornalista Thierry Brun, dopo aver esaminato la relazione finanziaria della LTF.
La LTF si difende invocando la firma del memorandum dell’11 settembre, 2012, finalizzato a prevenire infiltrazioni criminali nei mercati delle opere pubbliche tra il governo e i sindacati italiani nel settore delle costruzioni. L’associazione Amici della Terra, non convinta dalla tesi di LTF, ha deciso di nominare l'azienda al premio Pinocchio nella categoria "Mani sporche, tasche profonde." Il grande progetto Lione - Torino è considerato un "grande spreco".

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