"Lo farei di nuovo". Parla il poliziotto che ha ucciso Michael Brown



La seconda notte di proteste a Ferguson è tornata ad essere violenta. I manifestanti sono di nuovo scesi in strada e si sono scontrati con la polizia. Sono stati saccheggiati ancora negozi, bruciate diverse auto della Guardia Nazionale che ha usato gas lacrimogeni (e anche spray al pepe) e veicoli blindati.







Le proteste sono in corso in circa 120 città degli Stati Uniti



Decine di edifici bruciati, auto rovesciate e circa 10.000 agenti di polizia dispiegati, che non riuscirebbero a controllare le proteste. È questo il bilancio della prima notte di scontri. La polizia ha arrestato circa 60 persone. Sono le prime conseguenze della rabbia scatenata a Ferguson dopo il verdetto che ha scagionato il poliziotto Wilson, accusato di aver ucciso il giovane afroamericano Brown. Più di 3.000 persone sono scese per le strade di Washington per partecipare a una marcia pacifica. I manifestanti New York hanno bloccato il traffico in autostrada.

Intanto la famiglia di Michael Brown ha chiesto al governo di far rispettare la legge che richiede che tutti gli agenti di polizia trasportino singole telecamere per registrare gli eventi.

Darren Wilson, il poliziotto che nell'agosto scorso ha ucciso il giovane l’afroamericano Michael Brown, in una recente intervista alla Abc ha detto che ha la coscienza pulita. Dopo che il gran giurì ha reso noto che non sarebbe stato perseguito per il caso Ferguson, Wilson si è detto rattristato per la morte del diciottenne, ma se dovesse agire di nuovo in quel modo, lo farebbe, perché ha messo in atto quello per cui è stato addestrato.



Wilson ha assicurato che lui non ha sparato Michael Brown sulla schiena, come segnalato da alcuni testimoni. Egli ha insistito sul fatto che il giovane si è lanciato sulla macchina della pattuglia, cercando di afferrare la pistola e che lì ha temuto per la propria vita. Ha aggiunto che si è visto costretto a sparare quando Brown non ha sollevato le braccia in segno di resa. Il giornalista ha chiesto a Wilson se la situazione sarebbe stata diversa se Brown fosse stato un giovane bianco. "Certo che no," ha risposto il poliziotto di 28 anni.

Nel frattempo Zerohedge denuncia un altro fatto inquietante: nei 107 giorni successivi al 9 agosto, giorno dell’uccisione di Michael Brown a Ferguson, a Chigago sono stati commessi 155 omicidi (di cui il 74% maschi neri); 725 colpiti e feriti; sei persone di 18 anni uccise: Kawantis Montgomery, Kamaal Burton, Tony McIntos, Alexandra Burgos, Rayvon Piccoli, Johnathan Cartwright; 59 persone di 18 anni sparate e ferite; 29 ragazzi (13-19) uccisi; 244 ragazzi (13-19) colpiti e feriti; 10 sparati (5 morti) dalla CPD.



Brutale, incredibilmente assurdo per non dire altro. Perché queste statistiche non vengono divulgate? Dove sono i media? Dove sono gli agitatori sociali? I politici che sfruttano tutti gli eventi? Non sono degni neanche di un hashtag. Eppure ci sono state quasi 900 sparatorie e omicidi negli ultimi tre mesi.



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