Gli Stati Uniti sono in rotta di collisione con un alleato 'assolutamente indispensabile'

Stati Uniti e Turchia sono prossimi ad una resa dei conti sulla Siria, mentre le prove confermerebbero che Ankara starebbe sostenendo i gruppi che Washington sta attivamente bombardando, scrive Michael B Kelley su Business Insider.
La discordia tra i due alleati è ora più che mai pubblica a seguito di un nuovo rapporto di Jonathan Schanzer e Merve Tahiroglu della Fondazione per la Difesa delle Democrazie.
"Bordering on Terrorism: Turkey’s Syria Policy and the Rise of the Islamic State" dettaglia la volontà evidente della Turchia di permettere agli estremisti - tra cui i militanti dallo Stato Islamico - e ai loro sostenitori di prosperare sulle 565miglia di confine con la Siria nel tentativo di ottenere la caduta del presidente siriano, Bashar Assad.
"Lo Stato islamico ha messo la Turchia e gli Stati Uniti su una rotta di collisione", afferma il rapporto. "La Turchia si rifiuta di consentire alla coalizione di lanciare attacchi militari dal suo territorio. Il suo esercito si limita a guardare mentre la città curda di Kobani è assediata appena oltre i suoi confini. La Turchia ha negoziato direttamente con lo Stato islamico nell'estate del 2013 per liberare 49 turchi detenuti dal gruppo terroristico. In cambio, Ankara ha assicurato il rilascio di 180 combattenti dello Stato islamico, molti dei quali tornati sul campo di battaglia.
Nel frattempo, il confine continua a servire come punto di transito per la vendita illegale di petrolio, il trasferimento di armi e il flusso di combattenti stranieri. All'interno della Turchia, lo Stato islamico ha anche stabilito cellule per il reclutamento di militanti e altre operazioni logistiche. Tutto questo ha sollevato interrogativi circa il valore della Turchia come alleato americano e il suo posto nella NATO. "


La relazione rileva che la politica dell'amministrazione del presidente americano Barack Obama per quanto riguarda la Siria potrebbe aver indirettamente istigato la pericolosa politica della Turchia.
Dopo aver sostenuto la causa della Turchia di spodestare Assad, Washington non ha dato seguito con un sostegno significativo all’opposizione moderata. Obama ha poi esitato a far rispettare la "linea rossa". "Penso che ad un certo punto sia diventato evidente che gli Stati Uniti non avrebbero rispettato la parola data, e i turchi hanno capito che avrebbero dovuto fare da soli”, commenta Schanzer.

"La Turchia non è in guerra con l’ISIS, non vuole un conflitto con l’ISIS e l’ISIS beneficia delle politiche di confine della Turchia", ha spiegato Schanzer che ha aggiunto che, nonostante nessuna prova confermi che la Turchia stia attivamente lavorando con l’ISIS "non si può negare che la Turchia stia contribuendo a facilitare le attività di un'organizzazione terroristica che sta destabilizzando la regione".
Inoltre, ISIS sta guadagnando un forte seguito nel paese. Il rapporto cita una e-mail del giornalista di BuzzFeed, Mike Giglio, che ha evidenziato la sua preoccupazione per il "livello di supporto per l’ISIS tra il milione di siriani che vivono in Turchia. Non vedo come possano estirpare con successo i sostenitori dell’ISIS tra questi rifugiati. "

Le tensioni tra Ankara e Washington non si dissiperanno "fintanto che la Turchia cercherà di rimanere neutrale riguardo all’ISIS, mentre tutte queste cose stanno accadendo ai confini". Di conseguenza, il rapporto sostiene, che Washington dovrebbe trovare un modo per lavorare con la Turchia.

Il segretario alla Difesa uscente Chuck Hagel ha descritto la Turchia come un alleato "assolutamente indispensabile" per la lotta all’ISIS. La Turchia avrebbe bisogno di chiudere la frontiera, smantellare le cellule di reclutamento dell’ISIS all'interno del paese. (Schanzer ha osservato che gli Stati Uniti o la NATO potrebbero aiutarla.)
Il rapporto conclude che Ankara deve capire che "mentre la politica americana sulla Siria potrebbe essere stata irresponsabile, la sua politica di frontiera è stata imprudente". E le ripercussioni potrebbero mettere a repentaglio i rapporti con un alleato cruciale.
"Nessuno vuole affossare questo rapporto. Ma io credo che, mentre tutto questo viene alla luce, diventa ... praticamente impossibile mantenere lo status quo", ha detto Schanzer. "Se abbiamo deciso che l’ISIS è un nemico da sconfiggere, diventa impossibile mantenere la relazione così com'è".

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