Che succede a Roma? Di Battista parla di mafia su La7, Renzi glissa l'argomento


di Maria Murone

L’esordio del cosiddetto direttorio del Movimento 5 Stelle è stato vincente. Nella giornata di ieri, all’indomani dell’operazione “Mondo di mezzo” della Procura di Roma e nel giorno dell’approvazione del controverso Jobs Act, il Movimento ha presentato una proposta sul reddito di cittadinanza, che si sta già discutendo in Parlamento, e ha indetto una conferenza stampa per chiedere lo scioglimento del Comune di Roma.

A conclusione dell’agguerrita giornata del M5S, Alessandro Di Battista è intervenuto nel tg di La7 di Enrico Mentana. “Avevamo ragione quando parlavamo di mafia nelle istituzioni, non perché siamo veggenti, ma perché leggiamo le carte”, dice. “Chiediamo a Marino di fare un passo indietro prima che il Comune venga sciolto per mafia, prima di lasciare l’immagine della città di Roma associata alla parola mafia. Suggeriamo a Marino di uscire di scena il prima possibile”. Per Di Battista “solo una forza politica che è non scesa a compromessi con questa gente può guidare Roma”. Una giornata di battaglie, come quella sul reddito di cittadinanza: “Vogliamo liberare milioni di cittadini dal ricatto del voto di scambio”. Poi una riflessione sulle ultime elezioni: “Io credo che tanti cittadini ci abbiano avvertito come parte del sistema, perché quando tu stai in quel palazzo infernale dopo un po’ ti vedono come agli altri. Noi non siamo come gli altri e si vede oggi da questo scandalo successo a Roma che coinvolge tutti i partiti”.



Subito dopo è andato in onda Bersaglio Mobile con Matteo Renzi. Mentana rivolge una domanda a Renzi sui fatti di Roma e sulla clamorosa inchiesta “Mafia Capitale”, come è stata definita. “Che succede a Roma?”, chiede Mentana. Renzi, tenetevi forte, risponde così: “Oggi è un giorno storico per il Paese, l’approvazione della riforma del lavoro segnerà la storia dei prossimi anni e anche se questo non farà notizia come altro, voglio dire che per me il primo pensiero va a quelle famiglie di Terni che stasera tornando a casa sanno che si è chiusa una vicenda, la vertenza dell’Ast, come quelle famiglie di Piombino che sanno che c’è un acquirente algerino che investirà sui due forni. Ieri siamo stati Ad Algeri. Mentre la politica parla di questioni totalmente estranee alla vita quotidiana il mio pensiero da presidente del Consiglio va a quelle famiglie là”.

Dio mio Matteo, a Roma succede un terremoto, che coinvolge anche il tuo partito, e tu te ne esci con “anche se questo non farà notizia come altro”? Ma sai che cos’è quell’altro? Hai mai sentito parlare di mafia? Ma come si fa a rimanere così impassibili di fronte ad una vicenda che non riguarda solo Roma.

Poi incalzato da Mentana aggiunge: “Se poi volete porre altre questioni..”. E qui finalmente è costretto a rispondere “sono sconvolto”. Ce ne eravamo accorti infatti. E ancora: “Essenzialmente il procuratore di Roma ha parlato di mafia, ha utilizzato questa parola”. Sì Matteo Renzi, sì, ha utilizzato questa parola. Che ti piaccia o no.
“Più che questa parola, questa ipotesi di reato. Naturalmente vale per tutti il principio di presunzione di innocenza, fino a quando non ti dichiarano colpevole con sentenza passata in giudicato”.
Sì, è evidente che era sconvolto.


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