Russia-Turchia: le relazioni che cambiano il bilanciamento di forze in Europa e in Medio Oriente


In seguito alla guerra per il gas tra Russia e Ucraina iniziata nel giugno del 2007, il gasdotto South Stream era stata la soluzione ideata per bypassare l'Ucraina nell'erogazione del gas russo a Bulgaria, Serbia, Ungheria, Croazia, Slovacchia, Slovenia, Austria, Grecia ed Italia. La sua capacità potenziale, ricorda Alexander Donetsky, era di 63 miliardi di metri cubici per una spesa complessiva di 16 miliardi di dollari. L'inizio della costruzione era prevista per il 2013.
Gli Stati Uniti si sono veementemente opposti al progetto. Nel luglio del 2009 la Bulgaria aveva deciso di uscire dall'accordo in favore del progetto sostenuto dagli Usa: il gasdotto Nabucco che avrebbe dovuto collegare l'Europa con l'Azerbaijan e il campo petrolifero iraniano di South Pars. Alla fine del 2010 Sofia si è unito al progetto di nuovo; nel gennaio del 2011 il commissario europeo per l'energia Günther Oettinger ha invitato gli stati europei a dissuadere la Russia dal costruire il gasdotto in favore della via ucraina; nell'aprile del 2014 la Commissione europea, sotto influenza americana, ha adottato una risoluzione contro il South Stream. Ad inizio giugno il primo ministro Plamen Oresharski ha annunciato la fine dei lavori fino a quando le controversie con Bruxelles non si sono concluse. A settembre, infine, il Parlamento europeo ha inviatato i paesi impegnati nel progetto South Stream di lasciare il progetto non importa quanti soldi avessero già speso nella costruzione della loro porzione di gasdotto.
I bulgari, prosegue Donetsky, stanno ancora stimando i danni inflitti dal governo in una decisione che danneggia chiaramente un suo interesse nazionale sotto la pressione di Usa e Ue. Con la fine del South Stream, la Russia ha firmato un accordo con la Turchia sull'estensione del gasdotto Blue Stream che dovrebbe avere una capacità di 63 miliardi di metri cubici (lo stesso del South Stream). Il gasdotto esistente sta per essere aumentato rispetto alle attuali consegne (26-30 miliardi di metri cubici) di circa 3 miliardi di metri cubici l'anno. Circa 16 miliardi di questi andranno alla Turchia, il resto in Europa.
Di tutti i paesi che dovevano partecipare al progetto del South Stream chiaramente la Bulgaria è il principale perdente. Serbia ed Ungheria subiranno gravi perdite, che potranno essere compensate nel caso di transito del gas attraverso la Turchia. Il gas potrebbe essere ridiretto alla Serbia dove alcune sezioni del South Stream sono stati già costruiti. La sezione Grecia-Italia rimarrà quasi intatta.
L'accordo concluso dalla Russia e la Turchia il primo dicembre del 2014 cambia gli scenari in Europa ed in Medio Oriente. L'estensione del Blue Stream pone fine a due progetti appoggiati da Washington e Bruxelles: il Nabucco è stato chiuso nel 2013 anche se l'idea non è ancora tramontata e TANAP (il Trans Anatolian Natural Gas Pipeline), un gasdotto che dovrebbe trasportare il gas dall'Azerbaijan attraverso la Turchia in Europa; l'impianto iraniano di Pars potrebbe divenire parte del Blue Stream, con Teheran che ha intenzione di arrivare in Europa. Il Leviathan, un grande campo localizzato nel Mediterraneo vicino le coste di Israele, è un'altra potenziale fonte di gas per confluire nel gasdotto Blue Stream.
Il South Stream è finito come progetto. Ma la Russia, stima Donetsky, consegnerà la stessa quantità pianificata in precedenza di gas all'Europa del sud. In più, Mosca sta ottenendo alcuni importanti vantaggi: la Russia e la Turchia, una potenza regionale, hanno stabilito le basi per una partnership stabile; gli Usa non possono più influenzare i piani per imporre l'arivo del gas dall'Azerbaijan e Iran alla Russia. I paesi dell'Europa del sud possono vedere sulla loro pelle i costi delle sanzioni alla Russia e la fine del South Stream: le scelte di Bruxelles e Sofia li hanno privati di rifornimenti stabili. L'accordo firmato da Russia e Turchia mira alla costruzione di un hub di gas vicino al confine con la Grecia con rami in tutt'Europa. Per avere rifornimenti di luno periodo è necessario ora un secondo hub che unisca il gas che arriva da Russia, Azerbaijan e Iran.

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