Cara Repubblica, ma perché a Minneapolis sono "saccheggi" e a Hong Kong no?


di Diego Bertozzi

In relazione a Minneapolis, teatro della ribellione all'uccisione di Floyd da parte della polizia, il racconto ufficiale ora si sposta a sottolineare i saccheggi e le violenze così da depotenziare ogni significato politico di quanto accade (razzismo, diseguaglianze, povertà, autoritarismo).

Ebbene, quando invece lo sguardo indagatore viene rivolto ad Hong Kong, allora magicamente scompaiono dal racconto ufficiale, e sono scomparsi in tutti questi mesi, gli atti di violenza, i saccheggi, le occupazioni e le devastazioni. Di più: quest'ultimi diventano le ramificazioni della propaganda cinese, sono accolati alla potenza nemica.
Ed, ovviamente, è normalità l'arrivo a Minneapolis di 500 militari della Guardia nazionale per ristabilire l'ordine. Diventa, invece, abnorme risposta totalitaria l'azione della polizia. Vi ricordate della sollevazione di coscienze al solo esercitarsi dell'esercito di liberazione nazionale?

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