di Roberto Terrosi*
Ho letto la notizia secondo cui Soros avrebbe sostenuto la Salis in Liguria.
Sono allora andato a fare degli approfondimenti per vedere se fosse una fake news ed è emerso uno scenario molto interessante che racconta di come le élites neoliberiste fanno ingegneria politica, servendosi anche di candidati progressisti e di come, in questo modo, manipolano e stravolgono la sinistra. Alla destra italiana interessava solo evocare il nome sulfureo di Soros per fare un po' di propaganda. A ben vedere non si sa se Soros sia personalmente implicato nella vicenda.
Chi è direttamente implicato e non può non esserlo è Daniel Sachs. Chi è costui? Il potere neoliberale si basa su una serie di istituti, fondazioni di carattere paraistituzionale che agiscono nelle aree del delicato rapporto tra alta finanza e politica.
Ora, come per eludere il fisco vengono create delle scatole cinesi o delle catene di società fittizie, allo stesso modo, per condizionare la politica, vengono create delle reti di agenzie private, che hanno sempre uno scopo elusivo, che è quello di nascondere il legame tra interessi finanziari e ingegneria politica, che altrimenti potrebbe avere anche profili di illegalità.
Così, come in altre situazioni troviamo dei faccendieri o degli uomini delle porte girevoli, allo stesso modo anche qui troviamo persone che fungono da snodo. In questo caso, il finanziere e imprenditore Daniel Sachs si ritrova ai vertici di ben sei fondazioni che si occupano di politica in Svezia e nel mondo, dando sostegno anche economico ai candidati "amici", e di due scuole per la formazione di politici di finta-sinistra.
Veniamo a considerare le fondazioni. La prima di queste fondazioni è la Daniel Sachs Foundation, perché è quella che porta il suo nome. La seconda è Open Society Foundations, proprio quella di Soros, di cui occupa i ruoli di vicepresidente e di presidente del comitato degli investimenti. Poi ha creato l'Apolitical Foundation (la terza della nostra lista). Poi ha co-creato la Mutitudes Foundation (la quarta), il cui nome sembra addirittura vagamente ispirato a Toni Negri. Nel 2014 crea la Raise the Voice Foundation (la quinta), e la Raise the Voice Politician School (in svedese Höj Rösten). Poi ha fondato nel 2017 l'Apolitical Academy Southern Africa per creare candidati per ruoli pubblici esattamente come fa il National Endowment for Democracy. Questa scuola è connessa a Lindiwe Mazibuko leader dell'opposizione neoliberale all'African National Congress e ora entrata in una sorta di Grosse Koalition con l'ANC dopo che ha perso la maggioranza assoluta nel 2024. Quindi mani sul potere in Sudafrica (paese strategico dei BRICS) tramite una giovane leader donna. Infine, nel 2021, ha fondato la Foundation for Democracy and Pluralism (la sesta) di cui è anche presidente, che è la fondazione che ha dato ben 1.075.000 euro a un’associazione (la Ass. Agenda), legata al PD ligure, che secondo alcuni, li ha usati per sostenere la candidatura della Salis (cosa ovviamente smentita dagli interessati, ma chi ammetterebbe una cosa di questo tipo?).
Ma il punto interessante qui non è tanto la Salis (cosa che può essere invece cruciale per il centrodestra), bensì il sistema di potere che emerge da questa rete di agenzie di finanziamento e formazione, a loro volta connesse in modo reticolare con altre realtà del sistema di potere neoliberista.
Da dove viene Daniel Sachs? oltre a provenire da una famiglia altolocata, lo troviamo nel 2007 nominato Young Global Leader del World Economic Forum di Davos. Sempre nello stesso anno, per coincidenza, entra nel consiglio della Wallenberg investments e anche nel Consiglio per le Relazioni Estere Europee, che è un Think Tank NATO-EU, paraistituzionale, in cui troviamo ex premier, ex ministri (per l’Italia, Amato e Bonino) e persino l’ex segretario generale della NATO, Solana, e che è finanziato dai paesi europei più il Giappone, dalla NATO e dalla già menzionata Open Society Foundations.
Questa piccola panoramica ci fa capire come anche lo stesso Soros non sia altro che uno degli attori di un sistema di potere "atlantico" e liberista che eroga fiumi di denaro per plagiare la politica, creando carriere di politici da usare come teste di legno per i propri interessi politici e strategici.
La cosa più inquietante è che loro, che sono l'espressione del potere capitalista nel mondo, cerchino di creare anche i leader di quella sinistra che in teoria dovrebbe combatterli. Insomma questa è una specie di piovra che costruisce o acquisisce dei sembianti che abbiano le sembianze dell'opposizione politica, così l'elettorato in buona fede crede di votare contro il sistema e invece vota proprio per il sistema.
Diciamo questo perché altrimenti non si può spiegare come mai dei soggetti che rappresentano proprio l’emblema dell’accumulazione del capitale, dovrebbero finanziare delle forze di sinistra che dovrebbero avere come scopo la redistribuzione delle ricchezze, in opposizione agli interessi della finanza.
Gli esponenti della finanza sono impazziti tanto da finanziare i loro oppositori o, diversamente questi non sono i loro oppositori che in apparenza? Ma com’è possibile questo stravolgimento della sinistra?
E’ possibile grazie a un doppio livello della politica, in cui si usa la sinistra solo come significante, come vuota retorica. Infatti, si crea un livello superficiale di estetizzazione della politica in cui il giudizio dell'elettore e la carriera politica non si basano più sul rapporto tra progetti, atti e interessi, ma sull'apparenza del simulacro che evoca l'antifascismo o il movimentismo senza una reale connessione con gli interessi dei lavoratori.
Poi c'è un livello interno, spesso celato, fatto di scuole di formazione, carriere politiche, e finanziamenti, in cui invece i politici così formati e foraggiati agiscono come lobbisti nell'interesse dei loro finanziatori.
*Roberto Terrosi, ha fatto ricerca all’università di Kyoto e ha insegnato Estetica all’università del Tohoku a Sendai fino all’incidente di Fukushima (vedi saggio in Sindrome giapponese, Mimesis, 2011). Le sue ricerche riguardano il legame tra filosofia, antropologia e storia dell’arte. Ha scritto vari libri tra cui ricordiamo La filosofia del postumano (1997) e Storia del concetto d’arte (2006).
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