Come si svilupperà la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele



di Agata Iacono

La ferocia sionista non si ferma, a conferma del suo storico programma di sradicamento forzato dei palestinesi dalle loro terre con ogni mezzo. Ogni giorno siamo costretti a leggere e vedere notizie e immagini raccapriccianti. Ieri l'ennesima risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell' ONU, che ha chiesto "pause umanitarie urgenti e prolungate a Gaza" è stata respinta da Israele perché "sconnessa dalla realtà".

Ogni bombardamento, ogni strage, ogni assassinio di bambini , medici, cooperanti ONU, giornalisti, sono accompagnati da inconsistenti ed ipocrite condanne. Ma la strage prosegue. Sono crimini di guerra, sotto i nostri occhi, impotenti, con la complicità dell' Unione Europea e di tutto il "democratico mondo occidentale baluardo dei diritti umani".
L'obiettivo sembra quello di “abituare” l’opinione pubblica alla barbarie di un genocidio in mondo visione, senza precedenti nella storia dell’umanità, scommettendo sulla progressiva flessione delle grandi mobilitazioni di milioni di cittadini in tutto il mondo, nonostante in alcuni stati fosse vietato manifestare solidarietà alle vittime di Gaza.

Sperano che le ondate di protesta, lentamente, respinte da un muro di gomma, si trasfino in rassegnata impotenza e senso frustrante di passiva inutilità. È un rischio effettivo, quello dell’assuefazione e del disimpegno, se la mobilitazione non farà un salto di qualità. È indispensabile, quindi affiancare alle iniziative di piazza, ai presidi, ai sit-in, ai cortei, ai flash mob, un programma concreto e condiviso di boicottaggio, che ad oggi ha visto protagonisti i settori della logistica in vari porti europei e non solo: da Genova a Barcellona, da Lisbona a Sydney, i portali si sono rifiutati di caricare le armi e hanno ritardato le manovre.
Ma non basta. Il rilancio della campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele va in questo senso.
Gli obiettivi e le iniziative del movimento BDS, nonostante le difficoltà ma anche il riconoscimento delle associazioni di difesa dei diritti umani, sono ormai parte integrante del dibattito pubblico mondiale sulla Palestina: anche in Italia e cresce l’interesse ad intraprendere iniziative concrete di solidarietà partecipando al movimento di boicottaggio e disinvestimento.
Come ha affermato in un recente articolo su The Guardian, il suo co-fondatore Omar Barghouti, il movimento BDS non è mai stato così importante come in questo momento:
“L’obbligo etico più profondo in questi tempi è quello di agire per porre fine alla complicità. Solo così possiamo sperare di porre fine all’oppressione e alla violenza. Come molti altri, noi palestinesi amiamo e ci curiamo degli altri. Abbiamo paura e osiamo. Speriamo e a volte ci disperiamo. Ma soprattutto aspiriamo a vivere in un mondo più giusto, senza classifiche della sofferenza, senza gerarchie di valore umano e dove i diritti e la dignità umana di ognuno siano apprezzati e difesi.”
L’apartheid in Sudafrica è finito grazie alla lotta del movimento di liberazione nazionale e grazie al movimento internazionale di solidarietà che ha boicottato aziende complici e imposto disinvestimenti e sanzioni. Possiamo mettere fine anche al colonialismo e all’apartheid del 21° secolo in Palestina!
Libertà, giustizia e uguaglianza per le e i palestinesi e per tutte e tutti."
Domenica 19 novembre si terrà a Roma l'assemblea nazionale per organizzare anche un Italia una campagna pacifica e non violenta di boicottaggio con BDS Italia, a Casal Bruciato, dalle ore 10.
Ognuno di noi può contribuire.
La spesa critica è uno strumento di lotta che ci coinvolge tutti.
"La campagna internazionale BDS è una pratica di lotta non violenta contro le politiche di occupazione, di colonizzazione e di apartheid portate avanti da Israele. Si basa sul rispetto del diritto internazionale e sulla tutela dei diritti umani universali.
Il BDS non è contro i cittadini israeliani, ma contro le politiche del loro governo, colpisce le complicità con il sistema di oppressione, non l’identità. È contrario ad ogni forma di discriminazione razziale, politica, religiosa e di genere e rifiuta l’antisemitismo, l’islamofobia e ogni ideologia fondata su presunte supremazie etniche o razziali".
Possiamo usare il nostro potere di consumatori etici, non acquistando prodotti e servizi di aziende israeliane e di aziende italiane e straniere che traggono profitto dal regime di oppressione dei palestinesi e chiedendo ai negozi di sospendere la commercializzazione di quei prodotti.
Possiamo partecipare alle iniziative delle campagne: azioni dirette di boicottaggio, petizioni, azioni online, invio di lettere, ecc.

RIPORTIAMO DAL SITO DELLA CAMPAGNA:

Le principali aziende e prodotti su cui BDS Italia chiede al momento di concentrare il boicottaggio mirato sono i seguenti:

Carrefour ha avviato un partenariato con le società israeliane Electra Consumer Products e la sua filiale di distribuzione Yenot Bitan, direttamente legate alla fornitura di servizi a sostegno dell'esistenza e del mantenimento delle colonie. Di recente Carrefour ha inviato pacchi personali ai soldati israeliani che partecipano al genocidio dei palestinesi a Gaza.

Puma sponsorizza l'Associazione calcistica israeliana, che comprende squadre negli insediamenti illegali di Israele sulla terra palestinese occupata.
Più di 200 squadre e tanti atlete e atleti palestinesi chiedono il boicottaggio di Puma fino a quando non porrà fine al suo sostegno alle colonie illegali israeliane su terre rubate ai palestinesi.

Hewlett Packard (HP) e Hewlett Packard Enterprise (HPE) sono complici della brutale occupazione israeliana della Palestina attraverso la fornitura e manutenzione di:
?Tecnologie per l’infrastruttura informatica delle forze armate israeliane che assediano e bombardano Gaza
?Il sistema d’identificazione biometrica con riconoscimento palmare e facciale BASEL installato nei checkpoint per impedire la libera circolazione dei palestinesi.

Nonostante la compagnia assicurativa francese AXA abbia ridotto i suoi investimenti nell’economia israeliana, è ancora azionista di due banche israeliane (Bank Leumi e Israel Discount Bank) e di altre società coinvolte in insediamenti israeliani illegali. Non acquistare polizze assicurative con AXA o, se attualmente hai una polizza assicurativa con loro, prova ad annullarla.

IREN, azienda multi-utility a maggioranza pubblica che gestisce la fornitura di acqua in molti comuni italiani del nord-ovest, ha firmato un accordo con l’azienda statale israeliana MEKOROT, responsabile di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Mekorot sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi per fornirla alle colonie illegali israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.
Inoltre:
Frutta, verdura e vini provenienti da Israele sono spesso erroneamente etichettati come "Prodotti in Israele", quando invece provengono da terre palestinesi rubate.
Boicottate tutti i prodotti provenienti da Israele presenti nel vostro supermercato e chiedete che vengano rimossi dagli scaffali.
Ahava promette "Segreti di bellezza dal Mar Morto." Ma i veri segreti che custodisce sono una brutta verità: i suoi prodotti provengono in realtà da risorse naturali palestinesi rubate nei Territori occupati della Cisgiordania e sono prodotti nell'insediamento illegale di Mitzpe Shalem."

Vi terremo aggiornati sulle iniziative e sui prodotti, nonché sul programma che scaturita dall'assemblea nazionale di domenica 19 novembre.

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