Congresso dei Socialisti europei. Cosa può andare storto con la "linea Scholz"?


di Raoul Kirchmayr*


Olaf Scholz, al Congresso dei Socialisti europei a Roma, ha fatto alcune dichiarazioni di sicuro interesse, sia per il luogo scelto sia per la linea politica che il discorso pare tracciare. Se Roma - intesa come governo italiano - si è legata a Kiev con un trattato decennale di difesa e cooperazione, a Roma - intesa come assise dei socialdemocratici - si esprime una serie di distinguo sulle politiche europee di difesa comune, ma certo nessuna novità sugli orientamenti di economia politica. Da un lato, Scholz ha ribadito l'assoluta aderenza tedesca (e quindi europea) all'ortodossia della "soziale marktwirtschaft", richiamandosi all'unità europea come antidoto all'avanzata dei nazionalismi. Non una parola sul cortocircuito tra modello economico ordoliberale e recrudescenza dei nazionalismi, che sono alimentati dall'inefficacia dell'"economia sociale di mercato" in fasi di crisi. Più la crisi perdura più la forbice economica tra le classi si allarga, e tanti saluti alla foglia di fico del "soziale". Figuriamoci in periodi di guerra.

Dall'altro lato, ma non contraddittoriamente con le posizioni in materia d'economia politica, Scholz ha ribadito che la Germania intende sostenere lo sforzo bellico ucraino sotto il profilo politico, industriale e finanziario, ma non militare diretto, e dunque senza la presenza di soldati tedeschi nel paese. Nel giro di due giorni, Scholz ha provveduto a sganciarsi dalle posizioni oltranziste e possibiliste di Macron (evidentemente la cacciata dei francesi da alcuni paesi africani, che preferiscono ora sventolare la bandiera russa lungo le strade delle capitali, è una ferita ancora aperta).

L'obiettivo indicato da Scholz è una difesa europea basata su una forte industria militare europea.

Infine, una parola sul multilateralismo e sulle economie emergenti: i paesi del sud globale non possono imboccare la via della crescita economica basata sullo sfruttamento delle fonti fossili, ma dovrebbero invece acquisire le tecnologie dall'Occidente. per realizzare un'economia sostenibile.

Insomma, ordoliberismo, mercantilismo, unione bancaria europea, colonialismo tecnologico, industria di guerra.
E una bella spruzzata di diritti, in nome dell'unità europea, della pace e della giustizia.

Cosa può andare storto, con un programma così innovativo?

*Post Facebook del 5 marzo 2024

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