E arriva anche il "fate presto" di Scalfari


“Un ministro del Tesoro unico come passo avanti verso gli Stati Uniti d'Europa, obiettivo fondamentale per affrontare i problemi d'una società globale come quella nella quale ormai da tempo viviamo”. Questa la battaglia lanciata ieri dal Quisling per eccellenza italiano, Eugenio Scalfari.
In tempi in cui la Troika torna a bussare alla porta dell'Italia, con la leva dello spread pronta a tornare d'attualità per un nuovo cambio di guardia, il fondatore di Repubblica sostiene, nel suo ultimo articolo apparso mercoledì, il documento stilato dai presidenti della Banca centrale tedesca e francese per la creazione di un organismo che creerebbe “il rafforzamento dell'eurozona e consentirebbe una politica di crescita diffusa in tutti i paesi che ne fanno parte. Quella politica cioè che la Bundesbank e il governo della Merkel hanno fin qui avversato”.
Nel documento si spiega come: "Un apparato decentralizzato, fondato sulla responsabilità individuale dei singoli Stati nazionali comporterebbe regole più stringenti, a cominciare dal fiscal compact e così pure il rischio delle esposizioni debitorie degli Stati... Andare in questa direzione consente di conservare la sovranità nazionale, con un livello di solidarietà inevitabilmente più basso e un riequilibrio tra responsabilità e controllo".
Dopo una ramanzina a Renzi - “Che cosa farà il nostro presidente del Consiglio finora è un mistero. Ci auguriamo che Renzi faccia proprie le proposte di Draghi e dei due capi della Bundesbank e della Banque de France, ma temiamo di no”. Consiglio o minaccia?
L'ultima frase risponde e fuga ogni dubbio: “Attento però, egregio premier: il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, è stato molto chiaro su questo punto: il rigore imposto dalla Germania aumenterà, il debito sovrano sarà più sorvegliato e le procedure contro le infrazioni aumenteranno. Pagheremo un prezzo alquanto salato per consentire che la sovranità italiana non venga minimamente toccata”.
E poi la conclusione che ricorda sempre il solito leitmotiv, il solito fate presto che ha aperto la strada a Monti e il commissariamento perenne del paese: “Insomma non volete perdere un grammo di sovranità. Piuttosto sia lui, quel finto ministro del Tesoro, ad aiutarvi per ottenere maggiore flessibilità”. Renzi è il terzo premier mai eletto da nessuno. Ora è a rischio la sua permanenza per volere di Bruxelles. La deposizione di un non eletto, l'ultimo stadio del regime dell'Unione Europea mai tentato prima. E Scalfari prepara il terreno, come sempre, come al solito.

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