Ecuador: Luisa González non riconosce il governo Noboa

25 Maggio 2025 15:09 La Redazione de l'AntiDiplomatico

In occasione dell’insediamento di Daniel Noboa alla presidenza dell’Ecuador, la leader dell'opposizione al regime neoliberista Luisa González del movimento Revolución Ciudadana e già candidata alla presidenza, ha pubblicato una lettera aperta al popolo ecuatoriano in cui ha respinto con forza i risultati delle elezioni del 13 aprile 2025, definendo il processo elettorale illegittimo.

Nel testo, González sostiene che le autorità elettorali hanno impedito ogni tentativo di apertura delle urne e riconteggio dei voti, «dove si sarebbero potute trovare le prove del presunto furto democratico». Ha inoltre citato i rapporti preliminari degli osservatori internazionali dell’Unione Europea e dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), che avrebbero evidenziato irregolarità nel processo elettorale.

González ha spiegato che riconoscere Noboa come presidente equivarrebbe, per il suo movimento, a tradire i propri sostenitori e l’intero popolo ecuatoriano, che - ha denunciato - vive quotidianamente sotto la minaccia della paura, della violenza, della disoccupazione e della mancanza di servizi essenziali come salute ed educazione. Inoltre ha accusato il governo uscente di mentire sistematicamente al paese e di perseguire chiunque osi criticarlo.

Il movimento Revolución Ciudadana, ha proseguito, è impegnato nella lotta alla corruzione e nel ripristino delle istituzioni al servizio del popolo, piuttosto che al servizio di poche famiglie imprenditoriali. González ha ribadito che né le campagne di diffamazione né i rischi per la sua vita la porteranno mai a tacere: «Mai applaudiremo la distruzione del nostro Paese da parte di chi dovrebbe ricostruirlo».

Quindi ha lanciato un appello a tutti coloro che non riconoscono il nuovo governo: «Non arrendetevi - ha affermato - continuate a difendere i vostri diritti contro abusi, umiliazioni e tentativi di schiacciare il vostro spirito». Ha espresso il sogno di un Ecuador migliore, dove i bambini possano studiare in scuole dignitose, gli anziani ricevere cure adeguate e nessuna famiglia debba vivere nel terrore causato dall’insicurezza.

González ha confermato il suo impegno nell’applicazione del programma Por la Vida y la Plurinacionalidad , basato su 25 punti stabiliti insieme al movimento Pachakutik durante l’accordo di Tixán, nella provincia di Chimborazo.

Intanto, anche il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha commentato l’insediamento di Noboa, definendolo un «usurpatore e fraudolento». Durante un discorso pronunciato in occasione dell’inaugurazione della Universidad Nacional de las Comunas (UNACOM) , Maduro ha espresso preoccupazioni riguardo ai legami tra alcune organizzazioni criminali e il recente scenario politico in Ecuador.

«Forse l’Ecuador è stato preso dalla mafia narcotrafficante colombiana, dalla mafia albanese, sotto il potere dell'usurpatore e fraudolento Daniel Noboa», ha dichiarato Maduro, parlando dallo stato di Carabobo. Le sue parole sono state pronunciate nel giorno in cui si celebravano i 203 anni della Battaglia di Pichincha, un evento storico legato all'indipendenza dell'Ecuador.

Maduro ha rivolto un messaggio di speranza al popolo ecuatoriano, esprimendo fiducia nella capacità del paese di superare momenti difficili grazie allo spirito delle sue radici patriottiche, richiamando figure storiche come Simón Bolívar, Eloy Alfaro e Manuela Sáenz.

Durante il suo intervento, il presidente venezolano ha annunciato l’obiettivo di «ricostruire la vera Gran Colombia ribelle, anti-imperialista e anti-oligarchica», facendo riferimento all’antica repubblica che riuniva Venezuela, Colombia, Ecuador, Panama e parti di altri territori sudamericani.

L’evento principale del discorso è stato incentrato sulla presentazione della nuova università, progettata per formare studenti attraverso un modello socio-territoriale innovativo, che integra insegnamenti accademici con attività produttive come l’agricoltura biologica, l’allevamento ittico e zootecnico. La UNACOM ospiterà oltre mille studenti nella sua sede centrale, estesa su 30 ettari.

Le parole di Maduro si collocano in un contesto più ampio, segnato da frequenti interventi pubblici sui temi della sovranità latinoamericana e dell'integrazione regionale.

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