Esequibo. La CIG respinge le istanze della Guyana per impedire il referendum consultivo in Venezuela

La Corte internazionale di giustizia (CIG) ha oggi respinto le misure richieste dalla Guyana per la sospensione del referendum consultivo sull'Esequibo, che si terrà il 3 dicembre in Venezuela. Lo Stato venezuelano non riconosce la giurisdizione della Corte internazionale di giustizia nella disputa territoriale con la Guyana, rifacendosi all'Accordo di Ginevra del 1966, accettato dalle parti come unico strumento valido.

Il 15 novembre, la vicepresidente venezuelana Delcy Rodríguez aveva presentato le argomentazioni del suo Paese in difesa del referendum consultivo davanti la Corte internazionale di giustizia e aveva denunciato l'intenzione del governo della Guyana di interferire nello svolgimento del referendum, "un esercizio democratico previsto dalla sua Costituzione". Delcy Rodriguez ha anche sottolineato che la Guyana ha aderito a un piano di aggressione contro il suo Paese, dietro il quale si celano gli interessi di potenze egemoniche e di grandi consorzi per il controllo delle risorse energetiche.

Oggi il ministero degli esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha espresso la posizione del governo di Caracas con questo comunicato:

"Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela prende atto della sentenza emessa dalla Corte Internazionale di Giustizia, in relazione alle misure provvisorie insolite e interventiste richieste dalla Repubblica Cooperativa della Guyana contro il referendum consultivo previsto per il 3 dicembre 2023.
Il Venezuela ratifica che, fedele alla sua posizione storica, non riconosce la giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia per risolvere la controversia territoriale sulla Guayana Esequiba, soprattutto considerando l’esistenza dell’Accordo di Ginevra del 1966.
Nel caso di specie, la Repubblica Cooperativa della Guyana aveva espressamente chiesto che il referendum consultivo non si tenesse o che fossero i quesiti 1, 3 e 5. Nella sua decisione, la Corte ha respinto - nel suo insieme - questa richiesta inedita e infondata, inquanto legata ad una questione di dominio esclusivo del Venezuela.
Nulla a livello del diritto internazionale, permette alla Corte di interferire negli affari interni del Venezuela, nè di tentare di vietare o modificare un atto sovrano organizzato nel quadro del suo sistema politico partecipativo e basato sulla sua Costituzione.
Allo stesso modo, questa decisione dimostra che la Guyana non è una vittima, non ha alcun titolo sul territorio conteso, ma è un occupante di fatto e ha ripetutamente violato l’Accordo di Ginevra e la legalità internazionale concedendo unilateralmente concessioni sul territorio e nelle acque in attesa di essere delimitate, oltre a facilitare il suo territorio per lo spiegamento militare nella nostra regione da parte della principale potenza bellicosa del pianeta.
Il Governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela, come aveva annunciato e in conformità con la sua sacra Costituzione, proseguirà tutti i preparativi per realizzare il referendum consultivo indetto dal Potere Elettorale su richiesta del Parlamento venezuelano. Niente e nessuno impedirà al popolo venezuelano di esprimersi liberamente il 3 dicembre su una propria questione interna ed estremamente importante, come l’integrità territoriale.
Il Venezuela ribadisce che manterrà fermamente la sua incrollabile difesa della legalità internazionale e dell’Accordo di Ginevra come unico strumento giuridico che permette di raggiungere una soluzione pratica e soddisfacente per entrambe le parti, attraverso negoziati amichevoli, politici e pacifici.
Hanno vinto la verità del Venezuela e la sua inalienabile sovranità, costituzionalità e autodeterminazione.
Il 3 dicembre, il popolo venezuelano andrà ad esercitare il proprio voto, per la prima volta nella storia, per difendere la propria integrità territoriale e ratificherà che i nostri diritti sulla Guayana Esequiba sono inalienabili e indiscutibili.
Il Sole del Venezuela nasce nella Guayana Esequiba"

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