di Alessandra Ciattini*
Seguendo ciecamente la legge della stupidità, secondo cui per fare male agli altri finisci per fare male anche a te stesso, Macron, Merz, Starmer e Tusk o, meglio, i tragicomici cavalieri dell’Apocalisse ci spingono, inermi e incoscienti, verso la guerra senza avere né una strategia né degli obiettivi realistici.
Non si può nascondere che il raggiungimento della pace in Ucraina costituisca un’ardua impresa, giacché è ormai del tutto evidente che la Russia vuole una soluzione delle ragioni profonde del conflitto (no all’espansione della NATO, eliminazione del governo fascista di Zelensky, protezione della popolazione russa), mentre gli Usa si acconterebbero per ora di una tregua alla coreana e l’UE continua a starnazzare sull’avanzamento di torme di cosacchi verso le grandi città europee. Qualcuno ha giustamente definito Macron, Merz, Starmer e Tusk i quattro cavalieri dell’Apocalisse per il loro bellicismo privo di ogni giustificazione. Addirittura, giorni fa, sul Corriere della sera, Federico Fubini dichiarava che la Russia non sta avanzando e che, quindi, è opportuno continuare a sostenere l’Ucraina, prefigurando ulteriori scenari di guerra del tutto inconsistenti, ma ugualmente preoccupanti.
Proprio il 27 giugno, il Ministero della difesa russo ha comunicato che l’esercito ha liberato la località di Zeliónoye Pole nella repubblica popolare di Donetsk e Konstantínovka nella regione di Sumi, determinando l’uccisione di 1.145 soldati ucraini. Inoltre, ha attaccato e distrutto aerodromi militari, depositi di munizioni, rifugi di mercenari e ucraini in 144 luoghi diversi. E in questi giorni l’avanzamento continua.
Intanto, Trump intervistato si dichiara molto insoddisfatto di Putin, dei suoi continui attacchi di aerei e di droni sull’Ucraina, che -dice preoccupato- provocano tanti morti. Sconsolato, nella condizione di falso mediatore neutrale, afferma di non riconoscere “il suo vecchio amico” per come lo ha conosciuto. Il presidente Usa sembra ignorare quanto sta succedendo in Ucraina ed è solo veramente interessato all’accordo di vassallaggio cui quest’ultima sarà sottomessa e a discutere con la Russia di futuri accordi economici; negoziati che stanno avvenendo sottobanco.
Ma andiamo con ordine ed esaminiamo gli atteggiamenti più allarmanti di alcuni dei su denominati cavalieri dell’Apocalisse. Cominciamo con Macron che abbiamo visto colpito da un sonoro schiaffo dalla moglie Brigitte, mentre si apprestava a scendere dall’aereo giunto in Vietnam. Naturalmente i suoi fatti personali non ci interessano, ma è bene riportare le parole del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov a proposito della Francia, da lui incolpata di fare la guerra alla Russia. E come dargli torto? Ecco le sue parole pronunciate martedì scorso in una conferenza stampa: "La Francia combatte contro la Russia, perché i suoi missili di lunga gittata sono impiegati dal regime nazista di Kiev per attaccare il nostro territorio, colpendo principalmente obiettivi civili”. Così ha commentato le dichiarazioni del suo omologo francese, Jean-Noel Barrot, che aveva avuto il coraggio di affermare che “la Francia non lotta contro il popolo russo”, fornisce solo assistenza all’esercito ucraino. E per farlo evidentemente contribuisce a far fuori quello russo.
Sempre nella stessa occasione Lavrov ha comunicato che il prossimo 2 giugno a Istambul si dovrebbe tenere un incontro diretto tra le delegazioni di Mosca e di Kiev e che è già pronto un progetto di memorandum da consegnare ai rappresentanti ucraini. La delegazione di Mosca, diretta da Vladimir Medinski, illustrerà la posizione russa sul processo che dovrebbe portare alla tregua e successivamente alla soluzione di tutte le reali cause scatenanti il conflitto. Il ministro degli esteri russo ha anche ringraziato gli Stati uniti, l’Arabia saudita e la Turchia per aver agevolato la ripresa dei colloqui. Dimitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha aggiunto che le due parti stanno attualmente negoziando tutte le condizioni per giungere a un alto al fuoco.
Mentre appaiono queste piccole luci di speranza nella fine di quest’inutile conflitto, ulteriori nubi minacciose appaiono all’orizzonte. Il 26 di maggio scorso il cancelliere tedesco Friedrich Merz, ha affermato a chiare lettere che il Regno Unito, la Francia, la Germania e gli Stati uniti ormai non intendono limitare la gittata delle armi messe a disposizione dell’Ucraina. E pertanto ora queste armi debbono essere inviate al paese ingiustamente invaso, ha ribadito, senza menzionare i famosi Taurus (500 KM di gittata) durante un dibattito organizzato da un canale televisivo. Anzi si è rifiutato di rispondere su questo tema a un giornalista.
La riposta russa non si è fatta attendere e Maria Zajárova ha informato che qualsiasi attacco con missili Taurus sarà interpretato come il risultato della partecipazione tedesca alla guerra contro la Russia. E Lavrov ha commentato che Merz ha fatto riferimento a un accordo stipulato in segreto mesi fa tra gli euro-atlantici.
Si può certo affermare che Francia e Germania vorrebbero che i negoziati di Istanbul finissero nel nulla e che il conflitto continuasse ancora a lungo, sperando in un possibile indebolimento della Russia, senza comprendere le disastrose conseguenze di questa sciagurata ipotesi.
Successivamente, il 28 maggio scorso, Merz ha incontrato a Berlino Zelensky, cui ha con soddisfazione comunicato che la Germania stanzierà 5 miliardi di euro per produrre missili a lunga gettata insieme all’Ucraina, senza spiegare come sia possibile realizzare in poco tempo una simile impresa, che poi sarebbe un obiettivo primario della Russia. Ciò nonostante, il ministero della difesa tedesco ha diffuso una nota in cui si afferma che i nuovi sistemi missilistici saranno in poche settimane a disposizione dell’esercito ucraino. Così almeno si può leggere su molti media, tra cui la BBC. A differenza del suo inetto predecessore, Olaf Scholz, che non aveva mai oltrepassato certi limiti, anche prima di essere eletto Merz aveva fatto dichiarazioni del genere evidentemente con lo scopo di spaventare i russi e di costringerli a un accordo non gradito, senza valutare il realismo dei suoi progetti.
L’agenzia Sputnik ha intervistato su questi temi l’analista brasiliano Rodolfo Laterza, il quale ha dichiarato che, a suo parere, benché i Taurus siano assai pericolosi, la difesa antiaerea russa sarà in grado di contrastarli, lottando contro il tentativo di continuare ad usare l’Ucraina come piattaforma di lancio contro il suo territorio e la sua popolazione. Rispetto alle divergenze tra i vari membri dell’Ue, lo specialista si è detto convinto che queste aumenteranno e coinvolgeranno anche la NATO, di cui molti prevedono l’auspicabile estinzione. Tuttavia, egli ritiene che, a causa della sua instabilità economica e della sua progressiva deindustrializzazione, registrata da tempo nella produzione energetica, chimica, manifatturiera, la Germania insisterà nella sua politica militarista anche per accontentare il complesso militare-industriale e in particolare l’impresa Rheinmatall, i cui stretti vincoli con i vertici dei partiti al governo sono arcinoti.
Ricordiamo, inoltre, che nel 2022 già Scholz aveva stanziato 100 miliardi per modernizzare l'esercito tedesco, seguito da Merz deciso a trasformare la Bundeswehr nel più agguerrito esercito convenzionale dell'Europa, il quale ha anche inviato in Lituania 4.800 soldati tedeschi e 200 civili per difendere il paese baltico dal presunto espansionismo russo.
Indichiamo ora brevemente quali sono i missili euro-atlantici finora impiegati contro la Federazione russa e successivamente andiamo a verificare le reazioni politiche e non solo quelle militari suscitate da questa svolta del cancelliere tedesco nell’élite dirigente del grande paese. Troviamo in primo luogo gli Atacams, missili terra-terra a corto raggio che raggiungono 300 Km, gli Himars e i Mlrs (entrambi lanciarazzi multipli), usati per colpire le retrovie russe con una gittata di 70 Km, i missili da crociera Storm Shadow britannici e il loro analogo francese Scalp con gittata di 250 Km, costruiti anche con l’aiuto dell’Italia, che non solo per questo si colloca dentro la partita.
La suddetta svolta è stata accolta in maniera molto più dura da Margarita Simonyam rispetto alle dichiarazioni citate in precedenza, che gli euroatlantici definiscono semplicemente una propagandista del regime russo, ma che di fatto è l’editore capo della rete televisiva RT, proibita tra i difensori a parole della libertà di espressione. La giornalista ha riassunto in poche parole il suo pensiero: dobbiamo colpire Berlino. E sembra che la Russia sia in grado effettivamente di colpire con gli Iskander, gli Orenishik o gli X-101 le maggiori città europee (Roma in 15 minuti), ma che probabilmente si limiterà a colpire imbarcazioni, cavi marittimi della Germania, se questa si involucrasse direttamente nella guerra.
Come suggerisce Adrian Zelaya, dell’EKAI Center, nel video su citato, i cambiamenti nella politica militare della Germania generano molte perplessità sia perché sono forieri di guerre, di conflitti sia perché non sono del tutto in linea con i trattati internazionali firmati in due occasioni precise: la resa senza condizioni nel 1945, che impediva il riarmo del paese sconfitto, di fatto avvenuto in funzione antisovietica, e il trattato della riunificazione tedesca nel 1990.
Lo specialista spagnolo informa che Elena Vladimirovna Panina, direttrice dell’Istituto di strategia economica e politica internazionali russo (RUSSTRAT), sanzionata dagli euro-atlantici, ha fatto presente che la Russia potrebbe denunciare il Trattato 2 + 4, firmato dalla Repubblica federale tedesca e dalla Germania orientale con Regno Unito, Francia, Russia e Stati uniti, con il quale si stipulò la riunificazione delle due Germanie. In questo accordo si stabiliva anche che l’esercito del paese riunificato non poteva entrare in azione fuori dei confini né poteva dotarsi di armi offensive, di armi nucleari, chimiche e biologiche. Il suo esercito comprendeva solo 370.000 soldati.
La Germania accettava di continuare a rispettare anche che il trattato di non proliferazione nucleare e che l’ex regione orientale non potesse ospitare truppe straniere o armi nucleari. Secondo la Signora Panina, sulla base di queste considerazioni la Russia potrebbe delegittimare il trattato ed esigere la nuova separazione delle due Germanie, se non addirittura mettere in discussione gli accordi siglati alla fine della Seconda guerra mondiale. D’altra parte, per esempio, l’aeroporto di Lipsia, situato nella Germania orientale, è da tempo la sede di strutture militari della NATO, senza contare le altre basi sparse per tutto il territorio del paese. Nel 2008 il controverso Gorbaciov osservò in un’intervista che, nonostante le promesse fatte in occasione della cosiddetta fine della Guerra fredda, la NATO si era ampiamente espansa sia nell’Europa centrale che in quella orientale.
Concludendo, è assai probabile che le decisioni di Merz abbiano anche gravissime ripercussioni sulla stessa Germania, in cui si è rafforzato nelle ultime elezioni il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD), radicato soprattutto nella regione orientale, che fa leva sul malcontento popolare, generato dalla crisi economica e dalla rottura dei rapporti di scambio energetico con la Russia. Questo si oppone all’immigrazione (solito capro espiatorio), ma non considera quest’ultima un nemico da combattere; anzi chiede a gran voce il ripristino delle relazioni con il paese euroasiatico, mentre quest’ultimo ormai da tempo definisce la riunificazione delle due Germanie il risultato di un processo di annessione e di colonizzazione. Un grande caos dinanzi a noi.
*Alessandra Ciattini ha insegnato Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. Attualmente lavora presso l’Università popolare A. Gramsci ed è membro del Centro Studi D. Losurdo.
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