I regali alle imprese non aiuteranno l’occupazione e la sicurezza nei luoghi di lavoro

di Federico Giusti

Il Governo sta per licenziare un pacchetto di norme che non servirà a ridurre infortuni e morti sul lavoro, al contrario si costruiscono interventi normativi per salvaguardare profitti e interessi delle parti datoriali

Quando il ministro Calderone asserisce che il Governo non intende fare alcun passo indietro sulla sicurezza del lavoro dimentica di spiegare che questo arretramento si registra da anni come dimostrano i numeri degli infortuni, delle morti sul lavoro e l’aumento delle malattie professionali. Per noi non è il momento del cordoglio per i lavoratori che hanno perso la vita, è invece il momento della rabbia e della determinazione per contestare anni di politiche arrendevoli verso le parti datoriali, anni di deroghe ai contratti nazionali in materia di orari e ritmi, di accordi di secondo livello basati sull’incremento esponenziale della produttività con il sostegno attivo dei sindacati rappresentativi.

Troviamo alquanto discutibili gli accordi stipulati negli ultimi anni che hanno anteposto il profitto e la produttività alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro trasformando la formazione in un business per le agenzie formative e interinali, per gli Enti bilaterali.

Ben vengano ore di formazione obbligatorie in aggiunta a quelle previste ma senza rivedere i tempi, i modi e i ritmi della produzione resteremo dentro dichiarazioni di intenti astratte e per questo assai poco incisive.

Non c’è alcuna autocritica del Governo sulla alternanza scuola e lavoro, sull’utilizzo improprio di studenti e studentesse come dimostrano infortuni e morti durante gli stages.

Si continua a privilegiare il punto di vista e gli interessi datoriali rispetto alla costruzione di percorsi reali a tutela della salute e sicurezza, è un’autentica beffa il Fondo di risarcimento per familiari delle vittime di infortuni collegati alle attività scolastiche dimenticando invece che studenti e studentesse non dovrebbero correre alcun rischio.

E’ invece una presa di giro la istituzione dell’obbligo di badge per gli operai dei cantieri edili in presenza di appalti e subappalti, di partite iva e cottimisti a determinare l’abbassamento delle condizioni di sicurezza.

E questa frammentazione della forza lavoro è il risultato anche delle tempistiche imposte dal Pnrr e dalla ricerca forsennata di contenere i costi della forza lavoro.

Anche con l’arrivo di 850 ispettori tecnici nel 2023 siamo ancora con numeri risicati e due terzi delle aziende continueranno a non essere ispezionate

L'ultimo rapporto Inail riporta che le denunce di infortuni sul lavoro presentate tra gennaio e dicembre 2023 sono state oltre 585mila 1.041 delle quali con esito mortale. Ma gli infortuni sono assai più numerosi se pensiamo ai tanti lavoratori al nero che non si rivolgono all’Inail nel timore di perdere anche una occupazione precaria, mal pagata e senza contribuzioni.

E non dimentichiamo che il prossimo decreto Ministeriale potrebbe includere anche il condono sui contributi previdenziali evasi dalle imprese

Il sistema della patente a punti nei cantieri rappresenta un meccanismo costruito ad arte per incentivare e premiare le aziende che dimostrano un impegno concreto nell’adozione di misure di prevenzione e miglioramento della sicurezza sul lavoro, ancora una volta siamo davanti a un regalo alle imprese.

Per anni gli sgravi fiscali e gli incentivi alle imprese non sono serviti per favorire l’occupazione, hanno invece alimentato la precarietà e i bassi salari, le politiche ad uso e consumo delle aziende non contribuiranno a ridurre il numero degli infortuni e delle morti.

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