Negli ultimi giorni, il conflitto tra Russia e Ucraina ha subito una nuova escalation, con un’intensificazione degli attacchi da entrambe le parti. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che i recenti raid russi contro infrastrutture militari ucraine sono una risposta diretta agli attacchi massicci del regime di Kiev contro obiettivi civili in territorio russo.
Secondo Mosca, l’Ucraina avrebbe lanciato oltre 400 droni nella sola regione di Donetsk nell’ultima settimana, colpendo infrastrutture sociali e civili. Il Ministero della Difesa russo ha confermato l’abbattimento di più di 150 droni in 24 ore e ha annunciato attacchi mirati contro impianti di produzione di droni e missili a Kiev, oltre che contro basi militari a Starokonstantínov.
Il tutto si inserisce in un contesto diplomatico delicato: dopo la recente telefonata tra Putin e Trump e i primi negoziati diretti dal 2022 avvenuti a Istanbul, si intravede una possibile ripresa del dialogo. Tuttavia, le parole di Trump – che ha definito Putin "impazzito" – e le minacce del regime ucraino ai leader stranieri in visita a Mosca per le celebrazioni del 9 maggio hanno alimentato ulteriori tensioni.
Secondo il Cremlino, le operazioni militari russe sono misure necessarie per la sicurezza nazionale, mentre Lavrov ha annunciato la preparazione di una bozza di accordo per un possibile cessate il fuoco. Sul tavolo, anche un nuovo scambio di prigionieri. La strada verso la pace resta in salita.
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