Israele: convivere con il virus. Merkel: vaccino non obbligatorio. Perché si parla solo di Francia?

14 Luglio 2021 12:00 Agata Iacono

Quando tutti i TG italiani aprono con la notizia dell'annuncio di Macron a reti unificate delle restrizioni in Francia, dove non si potrà più entrare in un centro commerciale o in un bar senza passaporto sanitario, la domanda che sorge spontanea è: perché si parla solo della Francia?

Perché improvvisamente proprio la Francia sembra diventata in Italia il modello da seguire, se, in un anno e mezzo di pandemia, la sorella Mariannina non è mai stata esempio di oculata gestione sanitaria e socioeconomica?

Allora cerchiamo di capire come, invece, si stanno "muovendo" gli altri Stati europei, in primis la Germania.

La Germania non renderà obbligatorio il vaccino.

La stessa cancelliera Merkel ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa, in risposta alle domande dei giornalisti, sulle misure adottate dal presidente francese Macron: "Penso che possiamo guadagnarci fiducia pubblicizzando il vaccino e lasciando anche che il maggior numero possibile di persone nella popolazione (...) diventino esse stesse ambasciatori del vaccino in base alla propria esperienza".

La cancelleria tedesca si è limitata a dare raccomandazioni per responsabilizzare la popolazione.

Il Tg1 delle 20 di ieri sera ha accennato, en passant, dopo aver parlato a lungo di Macron e della corsa ai vaccini in Francia ("20.000 prenotazioni al minuto", ripetono tutti da ieri sera), al fatto che la Merkel è sotto elezioni, quindi per il consenso non può adottare misure impopolari....

Quindi, secondo questa logica, che certamente sarà filo conduttore del mainstream, i governi che non limiteranno i diritti costituzionali sono spinti da calcoli elettorali, mentre chi aumenterà la sospensione della libertà se ne frega del consenso.

A pensarci bene, non è proprio peregrina questa narrazione: viene il sospetto che le misure impopolari si possano più facilmente adottare solo in assenza di democrazia rappresentativa parlamentare....

È sfuggita alla nostra attenta stampa la notizia che molti Stati anche europei hanno già scelto o adotteranno come criterio di valutazione non tanto l'incidenza dei contagi, (alcuni Stati già conteggiano solo quelli sintomatici), ma l'occupazione delle terapie intensive...

Ma anche il modello Israele è sparito dalla narrazione quotidiana dell'istituto Luce 4.0.

Perché?

Perché nonostante la vaccinazione Israele è in difficoltà per le varianti?

O perché da Israele stanno uscendo i primi studi sugli effetti collaterali avversi correlati al vaccino?

Oppure perché Israele si sta preparando ad un approccio simile a quello ipotizzato da Boris Johnson in Gran Bretagna, cioè di convivenza con il virus?

Gli israeliani, come da programma, hanno smesso da un mese di indossare mascherine e hanno abbandonato tutte le regole di distanziamento sociale.

Nonostante la variante Delta e qualche rallentamento nella road map, il primo ministro Naftali Bennett, nell'ambito di quella che definisce una politica di "soppressione morbida", vuole che gli israeliani imparino a convivere con il virus, il che implica il minor numero di restrizioni possibili evitando un quarto blocco nazionale che potrebbe nuocere ulteriormente all'economia. Bennett conta su una consistente riduzione di cittadini che presenteranno sintomi gravi, nonostante le varianti.

"L'attuazione della strategia comporterà l'assunzione di alcuni rischi, ma nella considerazione generale, compresi i fattori economici, questo è l'equilibrio necessario", ha affermato Bennett la scorsa settimana. (Fonte: Reuters).

Perché si parla solo di Francia e Macron?

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