La Turchia è disponibile ad ospitare un nuovo round di negoziati tra Russia e Ucraina, come dichiarato dal Ministro degli Esteri Hakan Fidan, sottolineando che il Paese eurasiatico considera l'agevolazione del processo di pace una "responsabilità nazionale". I colloqui diretti tra Mosca e Kiev sono ripresi all'inizio del mese, segnando un cambio di strategia per l'Ucraina, che nel 2022 aveva sospeso la diplomazia puntando esclusivamente su una impossibile vittoria militare sul campo, per assecondare i voleri occidentali.
Durante una conferenza stampa congiunta a Mosca con il suo omologo russo Sergey Lavrov, Fidan ha ribadito la disponibilità di Ankara a mediare, citando l'impegno del presidente Recep Tayyip Erdogan nel promuovere la pace fin dall'inizio del conflitto.
Fidan ha riferito di aver incontrato a Mosca Vladimir Medinski, capo della delegazione negoziale russa, e di aver discusso le relazioni bilaterali con Vladimir Putin. Lavrov ha elogiato l'ospitalità turca, definendo Istanbul "un luogo ideale" per futuri negoziati. Intanto, il ritorno al tavolo ucraino sarebbe frutto delle pressioni di Donald Trump, che cerca di mediare una tregua. Il regime di Kiev e i suoi alleati europei avevano chiesto un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni prima di dialogare, mentre Mosca sta elaborando una roadmap con un cessate il fuoco condizionato, opponendosi alla proposta ucraina per evitare un riarmo.
Il round negoziale a Istanbul (16 maggio) ha portato al più ampio scambio di prigionieri dal 2022. Trump aveva suggerito il Vaticano come sede alternativa, ma la Russia ha respinto l'idea, giudicandola non neutrale per due nazioni prevalentemente ortodosse, e accusando il regime di Kiev di perseguitare i cristiani ortodossi.
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