Lo sterminio di Gaza e l'export delle armi italiani ad Israele in numeri

Il giornalista di Altreconomia, Duccio Facchini rivela che nel “solo mese di dicembre del 2023, nel pieno dei bombardamenti da parte di Tel Aviv sulla Striscia di Gaza, l’export italiano di “Armi e munizioni” ha toccato quota 1,3 milioni di euro.”

I dati dell’Istat citati confermano scenari inquietanti sull’invio di velivoli militari.

Facchini precisa che “nell’ultimo trimestre del 2023 l’Italia ha esportato “Armi e munizioni” verso Israele per un valore pari a 2,1 milioni di euro. Solo a dicembre, ormai nel pieno dei bombardamenti da parte dell’esercito e dell’aeronautica militare israeliani sulla Striscia di Gaza, con catastrofiche conseguenze per la popolazione civile, l’export italiano ha toccato quota 1,3 milioni di euro, facendo segnare così il picco del periodo (contro i 233.025 euro di ottobre e i 584.511 di novembre).”

Inoltre, c’è un aspetto importante che è stato sottolineato da Facchini: “Le nuove Statistiche del commercio estero aggiornate a metà marzo 2024 dall’Istat smentiscono ancora una volta il Governo Meloni e le sue rassicurazioni pubbliche circa un blocco totale operato nei confronti delle esportazioni di armi e munizioni verso Tel Aviv.”

Il focus del giornalista di Altreconomia si concentra sulla “luce sinistra che i nuovi dati dell’Istat gettano sul ruolo dell’Italia anche in merito a possibili forniture per velivoli ad uso militare”, citando Giorgio Beretta, analista, esperto dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal), il quale invita a soffermarsi sui alcuni dati:

“Nella categoria merceologica ‘Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi’ da ottobre a dicembre 2023 risultano esportati a Israele 14.800.221 euro di materiali, di cui 8.795.408 euro, oltre la metà, da Varese. Provincia nella quale ha sede Alenia Aermacchi del gruppo Leonardo, azienda produttrice dei 30 aerei addestratori militari M-346, selezionati dal ministero della Difesa di Israele nel febbraio del 2012 e poi acquistati ed esportati per addestrare i piloti della Israeli Air Force. Quella che sta attualmente bombardando la Striscia di Gaza”.

Facchini conclude il suo articolo ponendo una domanda:

“Quanti mesi e quanti morti -già oltre 30mila, per non parlare dei 71mila feriti- si dovranno attendere ancora per avere una risposta dal governo italiano, preferibilmente in Parlamento e non sui social o attraverso interviste-non interviste, rispetto alle forniture di armi e munizioni a Israele dopo il 7 ottobre?”

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