L'Unione Europa autorizza per la Germania 1000 miliardi di euro di aiuti pubblici. Il Sole 24 Ore invoca per l'Italia più austerità



di Fabrizio Verde

La storiella è ormai sempre la stessa, si protrae da decenni. L’Unione Europea fissa dei parametri e regolamenti assai stringenti, sempre derivanti da astruse elucubrazioni di natura pseudo-economica partorite dall’ordoliberismo di marca tedesca. A pagarne le conseguenze sono costantemente gli Stati del sud Europa. Italia in testa. Infatti i cari tedeschi e i loro vassalli non le rispettano mai. Hanno sempre una motivazione da addurre per giustificare tale comportamento.

L’ultimo esempio? Prendiamo gli aiuti di Stato. Per fronteggiare la crisi economica derivante dal blocco delle attività a causa dell’epidemia di Covid-19 la Germania ha infatti deciso, a giusta ragione - di puntellare la propria industria con ben 1000 miliardi di euro. Una potenza di fuoco impressionante. Basti pensare che il totale degli aiuti pubblici autorizzati dall’Unione Europea ammonta a 1900 miliardi di euro.

Scrive il Sole 24 Ore: «La Dg Concorrenza della Commissione Europea ha autorizzato finora circa 1900 miliardi di euro di aiuti da parte degli Stati membri alle proprie aziende per far fronte all’emergenza pandemica da coronavirus (…) Basta andare a guardare i dati dei singoli Paesi per capire qual è il problema: il 52% degli aiuti approvati riguarda la sola Germania, quasi mille miliardi di euro. Molto staccate ci sono Italia e Francia con il 17% degli aiuti autorizzati, 320 miliardi ciascuna».


Leggi anche: Fact Checking completo. Quanti soldi (realmente) l'Unione Europea ha messo in campo contro la crisi da Covid?

Alla sacrosanta denuncia di questa disparità di trattamento che falsa il cosiddetto mercato unico, con le aziende teutoniche che avranno un ulteriore vantaggio, all’interno di una Unione Europea già asimmetrica e calibrata sulle esigenze tedesche, segue però una conclusione del tutto sballata.

«Non si può tacere, però, la lezione che l’Italia dovrebbe trarre: risanare i conti pubblici quando l’economia lo consente, permette di mettere sufficiente fieno in cascina per le situazioni di crisi che prima o poi arrivano».

Insomma, per il quotidiano della Confindustria bisognava mettere i conti in ordine. Quindi austerità dura e pura. Peccato che l’austerità produce crisi, decrescita dell’economia e conseguente peggioramento dei conti pubblici. Un concetto molto semplice, ben chiaro anche a degli studenti del primo anno, non di una facoltà di economia ma di un semplice istituto per ragionieri.

Certe sparate ideologiche come questa del Sole 24 Ore hanno lo stesso valore delle teorie dei terrapiattisti che nonostante le evidenze continuano ad affermare che la Terra sia piatta.

D’altronde l’Italia è ormai da anni in avanzo primario, quindi il fieno in cascina lo mette, ma il debito continua ad aumentare. Di cosa stiamo parlando?

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