Malala: concrete possibilità che si riprenda

La ragazza pakistana Malala Yousafzai, colpita da un gruppo di talebani da nove colpi d'arma da fuoco nel nord del Pakistan, ha buone possibilità di sopravvivere. A sostenerlo i medici del Queen Elizabeth Hospital di Birmingham, dove la ragazza è stata trasferita lunedì per ricevere cure specializzate da un'ambulanza e personale medico messo a disposizione dagli Emirati Arabi Uniti. “Non sarebbe stata portata qui se non ci fossero concrete possibilità che si riprenda”, ha dichiarato Dave Rosser, il direttore sanitario dell'ospedale, uno dei migliori centri al mondo per la cura delle ferite da armi da fuoco, dove tra l'altro vengono ricoverati i reduci inglesi da Afghanistan e Iraq. La guarigione potrebbe tuttavia richiedere mesi, hanno sostenuto i dottori che l'hanno in cura. I chirurghi pakistani hanno rimosso un proiettile dal cranio il giorno ed una fonte interna all'ospedale di Rawalpindi, dove si trovava inizialmente, aveva dichiarato ad al-Jazeera che le sue condizioni erano critiche e aveva poche chance di sopravvivere.
Malala, attaccata giovedì mentre tornava a casa da scuola a Mingora, nella vallata dello Swat nel nord del Pakistan, era divenuta celebre nel 2009 per un diario mandato in onda dalla BBC in cui denunciava i soprusi dell'autorità del gruppo fondamentalista nella regione. L'attacco contro la sua persona l'ha resa il simbolo internazionale della sfida contro l'islam radicale. La petizione online "I Am Malala", firmata da celebrità e leader mondiali, con lo scopo di fare pressione perché la lotta della giovane attivista pakistana - un maggiore accesso delle ragazze all'educazione – diventi realtà, sarà presentata al presidente pakistano Asif Ali Zardari ed al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon. La scorsa settimana, il segretario americano Hillary Clinton ha menzionato il coraggio di Malala all'incontro delle Girl Scouts a Washington. “L'attacco alla giovane attivista pakistana deve dare forza a tutte le donne che combattono conto le culture tradizionali per l'affermazione dei loro diritti", aveva dichiarato.
L'attacco a Malala secondo molti è stato un duro colpo per coloro che cercano un compromesso politico in Pakistan con i Talebani. Ma gli analisti sottolineano come non ci saranno grossi cambiamenti in un paese che ha sponsorizzato il fondamentalismo islamico per anni.
Intanto è caccia aperta ai responsabili. "Tutte le nostre forze di polizia e di intelligence sono rivolte alla ricerca dell'assassino. Vi assicuro che li prenderemo presto”, ha dichiarato il ministro degli interni Malik all'anchor della CNN Christiane Amanpour. Le autorità pakistane hanno offerto una ricompensa da 100,000 dollari per la consegna degli assassini di Malala.

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