Incutono grave allarme le parole pronunciate dal Segretario della Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, nel suo intervento al Dialogo di Shangri-La, il più grande forum sulla difesa della regione Indo-Pacifica, in corso a Singapore. L'alto funzionario statunitense, con la solita retorica bellica tipica dell'imperialismo statunitense, ha lanciato un monito ai presunti "partner" dell'area. La Cina, per l'ex anchorman, rappresenta non solo una “minaccia reale", ma anche "imminente” per la stabilità dell'Indo-Pacifico. E per questo Hegseth esortaa i suoi alleati, o presunti tale, ad aumentare la spesa militare. “Non c'è motivo di edulcorare la pillola. La minaccia rappresentata dalla Cina è reale e potrebbe essere imminente”, ha affermato.
Hegseth ha poi sottolineato che qualsiasi azione militare di Pechino a Taiwan “avrebbe conseguenze devastanti” per l'Indo-Pacifico e il mondo, quindi gli Stati Uniti e i loro partner devono essere preparati con “urgenza e vigilanza”. “Se la deterrenza fallisce - e se il comandante in capo lo richiede - siamo pronti a fare ciò che il Dipartimento della Difesa sa fare meglio: combattere e vincere, in modo decisivo”, ha continuato. “Non cerchiamo un conflitto con la Cina comunista [...] Ma non ci lasceremo espellere da questa regione critica né permetteremo che i nostri alleati e partner siano subordinati e intimiditi”, ha sottolineato.
Sono parole di una gravità inaudita perché gettano tensione in quella che per Pechino rappresenta una linea rossa insormontabile. Dopo aver sfidato quelle di Mosca portando al suicidio l'Ucraina e l'Europa, l'amministrazione Trump prospetta uno scenario inquietante: creare il caos in una regione che non può più controllare, sfidare la zona rossa di Pechino e costringere gli "alleati" asiatici a suicidarsi cosi come hanno fatto quelli europei nello scenario ucraino. Saranno gli alleati asiatici di Washington così stupidi da fare la stessa fine di quelli europei?
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