Il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, non ha usato mezzi termini contro il premier britannico. Durante la sua trasmissione televisiva "Con Maduro +", il presidente venezuelano ha definito Keir Starmer "dannato e folle", in relazione al piano di riarmo presentato da Londra.
L'attacco nasce dalla Strategic Defense Review svelata da Starmer, che punta a trasformare il Regno Unito in una "nazione corazzata e pronta al combattimento". Il progetto – specchio delle mosse della NATO – prevede fabbriche di munizioni, missili a lungo raggio e un esercito "dieci volte più letale" entro il 2034.
"Chiedo al popolo britannico di rispondere a questo folle appello alla guerra", ha tuonato il leader venezuelano, bollando Starmer come portavoce di "un'élite decaduta che lucra sulle armi". Per Maduro, dietro le parole del premier si nasconde una pericolosa spirale militarista: "L'umanità non ha bisogno di nuovi conflitti".
La mossa britannica non è casuale. Già il ministro della Difesa Healey aveva chiarito l'obiettivo: "Mandiamo un messaggio a Mosca". Una retorica che il Cremlino bolla come "allarmismo" per giustificare spese militari gonfiate. Mosca accusa l'Occidente di alimentare la guerra in Ucraina con le forniture di armi, ostacolando la pace.
Il botta e risposta evidenzia la frattura globale: da un lato i riarmi occidentali giustificati dalla minaccia russa, dall'altro i leader del Sud del mondo che denunciano la corsa agli armamenti e le folli politiche guerrafondaie su cui insistono i leader occidentali.
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