Qualità e innovazione tecnologica: ecco il nuovo modello di sviluppo della Cina

di Fabio Massimo Parenti - Radio China International

Affidarsi all’innovazione scientifica e tecnologica per ottenere sistemi industriali sempre più moderni capaci, a loro volta, di generare nuove industrie in grado di incrementare la qualità produttiva. In Cina è in corso una dinamica senza precedenti che sta alimentando uno sviluppo sostenibile e sano dell’economia nazionale, alle prese negli ultimi anni con una trasformazione del suo modello di crescita. Dalle energie rinnovabili ai computer quantistici, passando ai robot industriali, la Repubblica Popolare Cinese ha deciso di puntare sul potenziamento delle industrie strategiche emergenti e del futuro, nonché sull'aggiornamento delle industrie tradizionali.

È stato Xi Jinping, lo scorso settembre, a tracciare la strada da percorrere introducendo il concetto della “Nuova qualità produttiva”. Durante un’ispezione nella provincia di Heilongjiang, nel nord-est della Cina, il presidente cinese ha sottolineato la necessità di integrare le risorse dell’innovazione tecnologica e aprire la strada allo sviluppo delle “industrie strategiche emergenti” e delle “industrie del futuro”, in modo da accelerare la crescita formazione di “nuove forze produttive di alta qualità”. Questo obiettivo oggi vale per l’intero Paese, che dopo più di quattro decenni di riforme e aperture è entrato in un periodo critico, in cui le sue forze produttive sono chiamate ad innovarsi e rinnovarsi. Lo step successivo può essere raggiunto soltanto potendo contare su un binomio composto da manodopera altamente qualificata e mezzi di produzione ancor più avanzati di quelli attuali. Del resto il metodo di produzione tradizionale, basato per intenderci su un enorme consumo di risorse limitate e non rinnovabili, non può sostenere l’odierno sviluppo economico e sociale. Ecco, dunque, che Xi ha proposto di accelerare la formazione di nuove forme di produttività.

La Cina sta insomma entrando in una nuova fase di crescita incentrata sullo sviluppo qualitativo. Uno sviluppo innovativo, coordinato, verde, aperto e condiviso, impossibile da realizzare mediante le attuali forze produttive tradizionali. Pertanto, sono essenziali “forze produttive nuove e di alta qualità”. Ben diversa dalla produttività tradizionale, la nuova qualità produttiva richiede l’impegno di grandi quantità di risorse, e pone maggiormente l'accento sul ruolo guida dell'innovazione scientifica e tecnologica, oltre che del progresso tecnologico (che al suo interno comprende le industrie strategiche emergenti e quelle del futuro citate da Xi). Detto altrimenti, e in termini ancor più semplici, per raggiungere un nuovo paradigma di sviluppo è fondamentale poter contare su forze produttive di alta qualità, da render tali sfruttando l’innovazione tecnologica. L’obiettivo di questo modello consiste nel creare “industrie strategiche emergenti”, come quelle relative, tra gli altri, ai settori della nuova energia, della produzione avanzata e della tecnologia dell’informazione elettronica. Saranno, poi, queste stesse industrie a promuovere nuovi motori di crescita che consentiranno all’economia della Cina di continuare a progredire.

La Cina ha già iniziato ad orientarsi verso il modello dello sviluppo produttivo di alta qualità. Lo ha fatto, per la precisione, realizzando il XIV piano quinquennale (2021-25) per lo sviluppo economico e sociale nazionale e la Vision 2035, secondo cui il Paese potenzierà le industrie del futuro grazie a tecnologie all'avanguardia. Xi ha in ogni caso chiesto la piena attuazione della nuova filosofia di sviluppo e l’adempimento dei seguenti compiti strategici: l’accelerazione della costruzione di un’economia modernizzata e della costruzione di un nuovo paradigma di sviluppo; e la promozione di una maggiore autosufficienza nella scienza e nella tecnologia.

Nel 2022, intanto, il valore aggiunto delle industrie emergenti strategiche, come le tecnologie informatiche di nuova generazione, le attrezzature di high tech e i veicoli a nuova energia, ha rappresentato più del 13% del pil cinese (con la previsione di aumentare questa quota ad oltre il 17% durante il richiamato XIV Piano quinquennale). Nel 2023, inoltre, la Cina ha raggiunto il 12esimo posto nell'indice globale dell'innovazione pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale e il numero di cluster di innovazione scientifica e tecnologica tra i primi 100 al mondo è balzato al primo posto per la prima volta in assoluto. Secondo le statistiche ufficiali, l'intensità degli investimenti cinesi in R&S è aumentata dall'1,91% nel 2012 al 2,64%. Sempre nel 2023 gli investimenti nell'industria high-tech cinese sono cresciuti del 10,3% su base annua, ovvero 7,3 punti percentuali in più rispetto a tutti gli investimenti in beni fissi.

L'autore Fabio Massimo Parenti è professore associato di studi internazionali e Ph.D. in Geopolitica e Geoeconomia

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