Se hai 10 milioni sei italiano. La vicenda Suarez, un'istantanea del dramma-farsa dell'Italia degli affari



di Giorgio Cremaschi


A me la vicenda del calciatore Suarez con l’Università di Perugia sembra una istantanea di cosa stia prevalendo oggi in Italia, spesso come dramma, qui come farsa.

Suarez era obiettivo d’acquisto della Juventus, però aveva bisogno di un passaporto italiano. Per ottenere ciò che viene negato a chi è figlio di migranti, ha fatto tutte le scuole qui e diventa maggiorenne e apolide, il calciatore doveva sostenere un esame di italiano all’università per stranieri del capololuogo umbro. Un esame che per uno studente estero normale richiede dai cinque ai sei anni, ma che Suarez ha svolto con brillante promozione, dopo solo pochi giorni di presenza nel nostro paese. Un genio? No, sentendo le intercettazioni dei professori di quell’università Suarez non parla la nostra lingua se non con qualche verbo all’infinito. Ma è stato promosso perché prende dieci e più milioni all’anno e come può una scuola pubblica impedire questi guadagni privati?

Questa vergogna è testimoniata dalle intercettazioni dei colloqui dei professori di Perugia, nelle quali la magistratura si è imbattutta per puro caso, mentre faceva altre indagini. Ora i vertici della Università sono indagati, e se verrà confermato tutto speriamo vadano a processo. I vertici della Juventus ed il calciatore invece per ora sono fuori, perché come sempre nel nostro paese tutto è avvenuto a loro insaputa.

Questa è la realtà della privatizzazione profonda del nostro sistema pubblico, che anche quando non è in mano ai privati opera al loro servizio. Questo è il degrado morale di un paese ove ogni potere, compreso quello dell’Università pubblica, è forte coi deboli e debole coi forti e soprattutto sensibile ai soldi e a chi li possiede.

La promozione fasulla di Suarez è un momento ed una matafora dell’Italia di oggi, dominata da affari, mercato, soldi, con una classe dirigente tanto più tronfia ed ipocrita quanto più asservita ad essi. Siamo governati da un capitalismo straccione ladro e farsesco che contamina e avvelena la vita sociale e ogni istituzione. Contro questa schifosa Italia degli affari ogni ribellione è giusta.

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