Ucraina, a Kursk 80 anni dopo bruciano di nuovo i tank tedeschi

06 Luglio 2023 14:15 Fabrizio Verde

I carri armati tedeschi Leopard vengono distrutti durante l'offensiva estiva in corso in Ucraina, in lotta con le forze russe. C'è un delizioso senso di ironia nel fatto che ciò avvenga nell'80° anniversario della più grande battaglia di carri armati della storia a Kursk, nel luglio 1943. Proprio come nel 1943, queste tanto pubblicizzate "wunderwaffe" non sono riuscite a rompere le difese russe, con grande disappunto dell'Occidente collettivo”, così recita il sottotitolo di un bellissimo e dettagliatissimo articolo scritto da Leon Tressell su South Front che collega la celebre battaglia di Kursk all’odierno conflitto che vede la Russia di nuovo fronteggiare forze di tendenza nazista.

Un filo rosso collega direttamente gli eventi di oggi alla leggendaria battaglia di Kursk. Gli storici ritengono questa vittoria sovietica molto importante per le sorti della Seconda Guerra perché se la battaglia in difesa di Mosca mise fine al falso mito dell'invincibilità dell'esercito hitleriano, fu con le leggendarie vittorie di Stalingrado e di Kursk in Ucraina che l'Armata Rossa cambiò strategicamente le sorti della guerra, passando decisamente all'offensiva che condurrà all'annientamento totale dell’esercito nazista e dei suoi alleati. Proprio come adesso la ‘controffensiva’ del regime di Kiev potrebbe rivelarsi fatale per l’Ucraina e i suoi sostenitori occidentali.

La battaglia di Kursk

Durante l'offensiva invernale dell'Armata Rossa e la conseguente controffensiva della Wehrmacht nell'Ucraina orientale, al centro del fronte sovietico-tedesco si formò un terrapieno profondo fino a 150 chilometri e largo fino a 200 chilometri, rivolto verso ovest, il cosiddetto Kursk Bulge (o "crinale"). Il comando tedesco decise di condurre un'operazione strategica sul Kursk Bulge.

A questo scopo, nell'aprile 1943 fu ideata e approvata un'operazione militare denominata Zitadelle ("Cittadella").

L'operazione coinvolgeva le formazioni più pronte al combattimento - 50 divisioni in totale, tra cui 16 divisioni di carri armati e motorizzate, oltre a un gran numero di unità separate appartenenti alla 9ª e alla 2ª Armata campale del Gruppo d'armate Centro, alla 4ª Armata carri e alla Task Force Kempf del Gruppo d'armate Sud.

Il raggruppamento delle armate tedesche contava oltre 900 mila persone, circa 10 mila cannoni e mortai, 2 245 carri armati e cannoni d'assalto, 1 781 aerei. All'inizio della battaglia di Kursk nella struttura dei fronti sovietici centrale, di Voronezh e della steppa c'erano oltre 1,9 milioni di persone, oltre 26 mila armamenti e mortai, oltre 4,9 mila carri armati e installazioni di artiglieria semovente, circa 2,9 mila aerei.



Il Fronte Centrale, comandato dal generale d'armata Konstantin Rokossovsky, difendeva il settore settentrionale (la sezione rivolta verso il nemico) dell'avamposto di Kursk, mentre il Fronte di Voronezh, comandato dal generale d'armata Nikolai Vatutin, difendeva il settore meridionale. Le truppe che occupavano la sporgenza erano sostenute dal Fronte della Steppa, composto da corpi di fucilieri, tre corpi di carri armati, tre corpi motorizzati e tre corpi di cavalleria (comandati dal colonnello generale Ivan Konev).

I rappresentanti dello Stato Maggiore del Comando Supremo, i Marescialli dell'Unione Sovietica Georgy Zhukov e Alexander Vasilevsky, coordinarono le azioni dei fronti.

Il 5 luglio 1943, gruppi d'assalto tedeschi lanciarono un attacco a Kursk dalle zone di Orel e Belgorod. Durante la fase difensiva della battaglia di Kursk, il 12 luglio sul campo di Prokhorovsky ebbe luogo la più grande battaglia di carri armati nella storia della guerra.

Circa 1,2 mila carri armati e cannoni semoventi vi parteciparono simultaneamente da entrambe le parti. Nella feroce battaglia le truppe della Wehrmacht persero fino a 400 carri armati e cannoni d'assalto, si misero sulla difensiva e il 16 luglio iniziarono a ritirare le loro forze. Il 12 luglio iniziò la fase successiva della battaglia di Kursk: la controffensiva delle truppe sovietiche.



Il 5 agosto, le operazioni Kutuzov e Rumyantsev portarono alla liberazione di Orel e Belgorod, e la sera dello stesso giorno fu eseguito un saluto di artiglieria a Mosca per celebrare l'evento, il primo durante la guerra.

Il 23 agosto fu liberata Charkiv. Le forze sovietiche avanzarono di 140 km verso sud e sud-ovest e si trovarono in una buona posizione per lanciare un'offensiva generale per liberare la riva sinistra dell'Ucraina e raggiungere il fiume Dnieper. L'esercito sovietico consolidò finalmente la sua iniziativa strategica e il comando tedesco fu costretto a passare alla difensiva su tutto il fronte.

In una delle più grandi battaglie della storia della Seconda guerra mondiale parteciparono oltre 4 milioni di persone da entrambi gli schieramenti, furono utilizzati circa 70 mila cannoni e mortai, oltre 13 mila carri armati e semoventi, circa 12 mila carri da combattimento e semoventi.

Per le imprese compiute nella battaglia di Kursk più di 180 soldati e ufficiali sono stati insigniti dei gradi di Eroi dell'Unione Sovietica, oltre 100 mila persone sono state premiate con ordini e medaglie.

La regione di Kursk è stata insignita dell'Ordine di Lenin per il suo contributo alla vittoria nella Grande Guerra Patriottica e la città di Kursk è stata insignita dell'Ordine della Guerra Patriottica di primo grado.

Il 27 aprile 2007, il presidente russo Vladimir Putin ha emesso un decreto che assegna a Kursk il titolo onorifico di "Città della gloria militare" della Federazione Russa.

Logorare il nemico

La leggendaria battaglia di Kursk viene anche ricordata perché in quella occasione l’Armata Rossa, grazie a una sagace decisione del generale Georgy Zhukov, decise di non lanciarsi all’offensiva dopo le sue prime vittorie contro la Wehrmacht che fino a quel momento veniva considerata quasi invincibile.

L'8 aprile, Georgy Zhukov compilò un rapporto "Sulla possibile azione nemica...", che specificava: "Non ritengo consigliabile che le nostre truppe passino all'offensiva nei prossimi giorni per anticipare il nemico. Sarebbe meglio se riuscissimo a logorare il nemico sulla nostra difesa, mettendo fuori uso i suoi carri armati...". Questo perché si trattava di accerchiare, sconfiggere o respingere un esercito nemico o addirittura un gruppo di eserciti. Il piano era quello di privare definitivamente la Wehrmacht della possibilità di condurre operazioni che assomigliassero anche solo lontanamente a un'offensiva strategica.

Qui possiamo ravvisare delle assonanze con l’attuale situazione sul campo di battaglia in Ucraina. Il regime di Kiev si è lanciato in un’offensiva più che voluta, richiesta dagli alleati occidentali, che hanno bisogno di presentare vittorie ucraine sul campo di battaglia per giustificare l’enorme spreco di soldi e risorse nella guerra per procura che portano avanti tramite il regime di Kiev contro la Russia.

La strategia della battaglia di Kursk combinava difesa e offensiva. La Russia oggi come l’Unione Sovietica allora, si difende mentre logora il nemico decimandolo e mettendo fuori uso le armi fornite dagli occidentali come i carri armati Leopard presentati come l’arma che avrebbe cambiato le sorti del conflitto a favore del regime di Kiev.

Con Kursk il processo di degrado e di perdita di efficacia in combattimento delle unità di carri armati tedeschi divenne irreversibile: il loro valore come principale strumento d'attacco della guerra si ridusse praticamente a zero. Nell'estate del 1943 i tendini della Wehrmacht erano tagliati. Per i nazisti restava solo la ritirata come opzione.

Dopo la controffensiva suicida, gli epigoni dei nazisti seguiranno le orme delle orde hitleriane sbaragliate dall’Armata Rossa?

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