Washington Post: gli Usa "sapevano" che Kiev voleva sabotare il Nord Stream

07 Giugno 2023 07:00 Piccole Note



PICCOLE NOTE

“Gli Stati Uniti avevano informazioni su un dettagliato piano ucraino per attaccare il gasdotto Nord Stream”. Questo il titolo di testa del Washington Post di oggi.

Così nel sottotitolo: “I Documenti trapelati tramite Discord: La CIA ha appreso lo scorso giugno, tramite un’agenzia di spionaggio europea, che una squadra di sei persone di forze operative speciali ucraine intendeva sabotare il condotto del gas naturale che partendo dalla Russia arrivava in Germania”.

L’ennesima tranche dei documenti riservati del Pentagono trapelati tramite la piattaforma Discord, e poi circolati online, mette in serio imbarazzo la Casa Bianca, che ha sempre detto di non sapere nulla sul sabotaggio del Nord Stream 2 del settembre 2022.

Ovviamente è una mezza verità, dal momento che a sabotare il gasdotto sono stati gli americani e la NATO, ché gli ucraini non avevano mezzi tanto sofisticati per compiere l’azione.

Ma è quanto si può rivelare al momento su un media mainstream senza suscitare un terremoto (e senza porre fine a carriere giornalistiche all’interno del WP). Ed è un atto di accusa durissimo verso Kiev e gli Stati Uniti.

Di interesse la tempistica dello scoop, dal momento che avviene subito dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka sul Dniepr. Di fatto, questa rivelazione postuma è un atto di accusa contro le azioni di sabotaggio degli ucraini, di ieri e di oggi.

Non solo dovranno spiegare all’Europa, che gli ha dato tanto, perché allora decise di distruggere un’infrastruttura tanto strategica per il Vecchio Continente, nella quale erano stati investiti anche soldi occidentali, ma dovrà anche cercare di far capire meglio le dinamiche della distruzione della diga che, alla luce del sabotaggio del gasdotto, appare opera delle stesse mani e frutto dello stesso cinismo.

Al di là delle controversie che innescherà tale rivelazione, che la Casa Bianca si limiterà a smentire, c’è da segnalare che, a quanto pare. qualcuno in America non ha preso bene la distruzione della diga.

Non potendo, almeno al momento, accusare gli ucraini del sabotaggio al presidio idrico sul Dniepr, perché ciò chiuderebbe sic et simpliciter la guerra (data l’ignominia che ricadrebbe su quanti hanno commesso il crimine e svelerebbe tutta la loro doppiezza), gli ambiti più realisti della leadership Usa hanno inteso inviare un segnale ben preciso a Kiev, usando una rivelazione relativa a un sabotaggio del passato. Un segnale alto e forte. Ci torneremo.

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