"Nuovo" governo a Berlino, solite vecchie bugie


Olaf Scholz, il nuovo Ministro delle finanze tedesco in quota al partito socialdemocratico ha presentato il suo primo budget, dimostrando di essere il degno successore del famigerato Wolfgang Schauble preparando il terreno per la prossima crisi dell’eurozona. Praticamente tutti i punti chiavi del bilancio presentato da Scholz sono allarmanti perché confermano e aggravano tutte quelle tendenze che hanno portato la Germania ad avere tensioni con gli alleati europei e con gli Stati Uniti di Donald Trump.

Il primo dato, rilevato dall’Handelsblatt, è un taglio in termini nominali dell’ammontare dell’investimento complessivo, che passa da 37 a 33,5 miliardi di euro. Il budget di Scholz neanche rispetta gli accordi del contratto per grossa coalizione (GroKo) in materia di aumento del contributo tedesco al budget europeo. Probabilmente ci saranno lamentele nella SPD, ma non avranno nessun valore perché stiamo parlando di un partito ormai privo di credibilità.

La parte più rilevante dal punto di vista della politica internazionale però è quella che riguarda le spese per la difesa. La FAZ ha calcolato che dopo un breve aumento del budget per le spese militarti all'1,3% del Pil previsto per quest'anno, la quota dovrebbe scendere all'1,23% entro il 2022. Non è una sorpresa che un ministro della SPD non veda come prioritarie le spese militari, ma questi numeri sono fin troppo lontani dal parametro del 2% del Pil destinato alle spese militari che servirebbe a rispettare gli impegni della Germania nei confronti della NATO, un parametro che Angela Merkel ha promesso che sarebbe stato rispettato. Peccato che la Cancelliera ha anche approvato questo budget, il che rende la promessa fatta a Donald Trump una bugia, con tutte le ripercussioni del caso che non tarderanno ad arrivare.

Al di là del mancato rispetto degli impegni con la NATO, un’organizzazione che non dovrebbe neanche esistere, la scarsità degli investimenti nella difesa è veramente un problema per la Germania e non si riesce a capire il perché di tanto autolesionismo. Delle pessime condizioni della Bundeswehr abbiamo già parlato in passato, una delle ultime novità venute allo scoperto è la pessima situazione della Luftwaffe, l’aeronautica tedesca. Il Der Spiegel ha scoperto che dei 128 caccia Eurofighter in dotazione all’aviazione solo una decina sono pronti a essere schierati in combattimento, tutti gli altri sono bloccati a causa di problemi tecnici con i sensori dei sistemi per il combattimento e altri dettagli tecnici difficili per i non addetti ai lavori. Tuttavia, non serve essere degli esperti per capire che questo tipo di problemi richiede grandi investimenti per essere risolto, investimenti che non arriveranno. La Germania ha registrato presso la NATO squadriglie composte da 82 caccia che sulla carta sarebbero pronti al combattimento, una capacità operatività palesemente falsa.

Non saranno solo la Casa Bianca e la NATO a doversela vedere con le promesse non mantenute da Berlino. Nel budget del nuovo Ministro delle finanze di sinistra ci sono tagli anche per le politiche contro il cambiamento climatico. La Germania non rispetterà neanche gli impegni presi per raggiungere gli obiettivi ambientali del 2030 previsti secondo gli Accordi di Parigi. Senza farla troppo lunga, all’atto pratico la posizione della Germania non è molto diversa da quella dell’America di Donald Trump con la differenza che Angela Merkel si vanta di essere rispettosa dell’accordo preso a Parigi. Anche i fondi per gli aiuti allo sviluppo saranno tenuti bassi, solo lo 0,5% del Pil, ampiamente al di sotto degli obiettivi di lungo termine dell’1% del Pil destinato a questa voce di spesa.

L’unica promessa che la Germania intende continuare a mantenere è quella del surplus di bilancio e la riduzione del rapporto debito/Pil al di sotto del 60% entro la fine dell’anno prossimo. Il raggiungimento dei parametri di Maastricht è l’obiettivo prioritario della politica economica tedesca. Se fanno i primi della classe raccontando bugie senza aver rispettato neanche vincoli che loro stessi hanno imposto, figuriamoci cosa faranno se dovessero riuscire a rispettarli.

Federico Bosco

Le più recenti da Finanza

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa