Il sommergibile a propulsione nucleare KS-329 Belgorod, il più grande e temuto dei segreti della Marina russa

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Il 23 aprile 2019 a Severodvinsk presso i cantieri navali Sevmash è stato varato il sommergibile speciale a propulsione nucleare KS-329 Belgorod del progetto 09852. È il sommergibile più grande della Marina militare russa, in grado di operare sia in tempo di pace che di guerra. Il Belgorod può trasportare sia nuclear deep-water station sia i missili sottomarini Poseidon, dotati di una testata nucleare che arriva fino a 2 megatonn.
Il Belgorod è in grado di operare come nessun altro sommergibile al mondo. Di fatto è il primo rappresentante di una nuova classe di sommergibili strategici d’assalto.

Sakharov ci aveva già pensato

Tra il 2008 e il 2010 in Russia è entrato nella sua fase conclusiva il progetto di un nuovo sistema di armamenti strategici volto alla creazione, in particolare, di apparati sottomarini robot senza equipaggio. Sono state stabilite le loro specifiche tecniche e i requisiti necessari per i sommergibili che li devono trasportare.
L’idea di creare un sommergibile a forma di “grande torpedine” con un potente reattore termonucleare per distruggere grandi bersagli costieri va attribuita inizialmente a uno dei padri della bomba termonucleare sovietica, l’accademico Andrey Sakharov. Ma negli anni ’50 la costruzione di questo sistema si rivelò un compito troppo complesso. Un nuovo interessamento a quest’idea avvenne negli anni ’80 quando si presentarono i presupposti per progredire tecnologicamente con la creazione di reattori nucleari di piccole dimensioni e di sistemi inerziali autonomi di controllo.
I primi garantiscono infinite possibilità energetiche per lo spostamento di un grande dispositivo sottomarino su distanze infinitamente grandi lungo un percorso schermato agli idrofoni nemici (l’idrofono è un apposito sensore presente nei sistemi di difesa antinave impiegato per il rilevamento del rumore emesso dai sommergibili, NdR).
I secondi, invece, permettono di spostarsi in maniera precisa e automatica lungo un percorso senza entrare in contatto con fonti di informazioni esterne.
In tal senso il Poseidon rappresenta una reincarnazione dell’idea di Sakharov, aggiornata con le tecnologie attuali.
Il sommergibile speciale Belgorod è il primo, ma non l’unico vettore“da combattimento” dei missili 2M39 Poseidon. Stando alle informazioni in possesso dei media, il sommergibile è dotato di 6 piattaforme di lancio 2P39 per questi dispositivi senza pilota.
Rimane comunque in corso la costruzione del sommergibile speciale Khabarovsk del progetto 09851 anch’esso destinato prevalentemente al trasporto dei Poseidon. E subito dopo il Khabarovsk si prevede la costruzione di una serie di sottomarini portamissili del progetto 09853 che copriranno funzioni di pattugliamento e garantiranno l’impiego pronto dei Poseidon in caso di minaccia nucleare.

Un deterrente infallibile…

Durante la creazione del nuovo sistema è apparso evidente che la soluzione ideale sarebbe stata un sommergibile vettore, in grado di trasportare diversi di questi droni ed, in caso di rischio, espellerli di nascosto in qualunque settore marino ce ne fosse bisogno.
Un’arma simile funge da garanzia del fatto che un attacco ad un Paese che la possiede non verrà mai tentato. Questa è, a suo modo, un’arma “finale” che potrebbe uccidere milioni di persone in un’ipotetica guerra finale.

Utilizzabile anche a scopi pacifici

Comunque il sommergibile Belgorod possiede anche altre possibilità d’impiego, altrettanto uniche. Può essere impiegato per condurre studi scientifici nelle regioni remote degli oceani, prendere parte ad operazioni di salvataggio, trasportare non solo dispositivi senza pilota, ma anche sommergibili automatizzati con equipaggio. Vediamo di cosa si tratta.

Analisi dei fondali marini

Negli anni ’70 e ’80 per portare a termine diverse missioni di ricerca e ricognizione in Unione Sovietica venne messa a punto una nuova tipologia di sommergibile: nuclear deep-water station.
Si tratta di piccoli batiscafi equipaggiati con motori a propulsione nucleare per garantire loro l’indipendenza energetica dalle imbarcazioni che li trasportano. Inoltre, questi batiscafi sono dotati di mezzi per la ricognizione esterna e di sistemi per la manipolazione di oggetti rinvenuti sul fondo marino. L’applicazione militare di questi batiscafi fu evidente: operare con materiale affondato proprio o estraneo che potesse rappresentare un certo interesse.
Il trasporto dei batiscafi nell’area interessata viene effettuato con appositi sommergibili di grandi dimensioni. Viene garantito non solo l’approvvigionamento di ossigeno al batiscafo, ma anche il trasferimento dell’equipaggio nel sommergibile riposare durante le sessioni di lavoro automatizzato della stazione. In base alle informazioni in possesso, il sommergibile Belgorod è stato ripensato come trasportatore di batiscafi di questo genere.

Quando verrà integrato nella flotta?

Il Belgorod, come altri sommergibili di questo tipo, è stato riequipaggiato sulla base dell’incompiuto sommergibile portamissili del progetto 949AM.

I lavori sono iniziati nel dicembre 2012, mentre l’uscita dell’imbarcazione dai cantieri navali, avvenuta il 23 aprile 2019,ci dice che il varo potrebbe avvenire nei prossimi mesi. Subito dopo inizieranno i collaudi, che riguarderanno anche gli armamenti per i quali il “Belgorod” è stato progettato. Solamente dopo che i test si saranno conclusi, il sommergibile entrerà in servizio nella flotta russa. Si prevede che questo possa accadere tra il 2020 e il 2021.

Massima riservatezza

L’unicità del nuovo sommergibile è confermata dall’eccezionale grado di segretezza messo in campo in occasione della cerimonia di uscita dell’imbarcazione dai cantieri di Severodvinsk. Una delle particolarità dell’evento è stata la quasi totale assenza di fotografie del Belgorod. I dettagli riguardanti i dispositivi e la destinazione precisa del nuovo sommergibile non sono ancora stati divulgati. Per questo, non ci resta che accontentarci di supposizioni e ipotesi. Solamente il futuro ci dirà se queste siano o meno corrette.

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