Cina, perché il presidente Xi Jinping esorta i marines cinesi a preparasi alla guerra?

La Cina si trova ad affrontare numerose minacce. Dalla nuova guerra fredda scatenata dagli Stati Uniti alle minacce militari. E’ di qualche giorno fa, ad esempio, la notizia che Washington ha intenzione di armare fino ai denti Taiwan. Il Giappone vuole incrementare la sua flotta di caccia F-35 dotati di tecnologia stealth. Sono per citare le due notizie più recenti.

Non sembra quindi particolarmente stupefacente che il presidente Xi Jinping abbia invitato i soldati a concentrarsi sulla "preparazione alla guerra" durante la sua recente visita a una base militare del Corpo dei Marines nella provincia del Guangdong, secondo quanto riportato dai media locali. Diversi analisti ritengono che queste dichiarazioni del leader cinese siano piuttosto serie.

"Dovete concentrare tutti i vostri pensieri e le vostre forze sulla preparazione per una guerra e sul mantenimento di uno stato di massima allerta", ha affermato Xi Jinping come riporta l’agenzia Xinhua.

Il presidente ha sottolineato che i Marines sono un'unità d'élite che mira a proteggere la sovranità, la sicurezza, l'integrità territoriale e gli interessi dello Stato all'estero.

"È necessario preservare l'assoluta leadership del Partito sull'Esercito, osservare pienamente la rigida disciplina del Partito e dell'Esercito, garantire l'assoluta lealtà dell'Esercito, la sua impeccabilità e affidabilità", ha sottolineato Xi Jinping.

Inoltre, il presidente cinese ha chiesto di sviluppare le migliori tradizioni per trasferire il "gene rosso" alle generazioni future, per formare una cultura di un tipo speciale nelle truppe, per coltivare un morale che non abbia paura delle difficoltà e della morte, e per fornire all'esercito il "potere della tigre".

Secondo l'analista politico russo Andrei Gubin, le dichiarazioni di Xi Jinping sono piuttosto serie.

"Probabilmente esprimono tutte le preoccupazioni che le autorità cinesi nutrono per la situazione internazionale e la situazione intorno alla Cina. Ciò include lo Stretto di Taiwan, il confine con l'India e il Mar Cinese Meridionale, nonché il contesto generale di rapporti con gli Stati Uniti”, ha dichiarato l’esperto a Sputnik. Gubin ha inoltre ricordato come i detrattori occidentali della Cina vogliano internazionalizzare i problemi di Hong Kong, che invece costituiscono una questione interna alla Cina.

Un altro aspetto importante è la reazione dei paesi vicini alla Cina alle dichiarazioni di Xi Jinping.

"Se parliamo di Giappone e Corea, sicuramente sono diventati tesi, perché sono alleati degli Stati Uniti. Ma sia Seoul che Tokyo cercano di costruire un rapporto con Pechino da sole, e talvolta non totalmente dipendenti dagli alleati nordamericani. Quindi sono ovviamente preoccupati, ma cercheranno di risolvere da soli alcune delle loro divergenze con Pechino".

Per quanto riguarda la Russia, l'esperto ha osservato che il paese "è anche in uno stato di maggiore allerta a causa della crescente pressione internazionale".

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