Spionaggio, Mori (ex Sisde): "È un caso ingigantito. Fuga di notizie da livello governativo"

01 Aprile 2021 15:06 La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'ex direttore del Sisde, Mario Mori si potrebbe dire che la tocca piano in merito al fermo di un ufficiale della Marina Militare e un ufficiale delle Forze Armate russe di stanza nel nostro Paese con le accuse di spionaggio e rivelazione di segreto. In alcune dichiarazioni rilasciate all'AdnKronos, Mori ha praticamente smontato tutto il teorema e clamore mediatico e politico sulla vicenda.

"Per come si è sviluppato e per le mie conoscenze del servizio segreto russo, in particolare del Gru, si tratta di un caso classico." Inoltre, ha aggiunto che "quello che mi meraviglia è perché si sia dato questo clamore al caso. Potrebbe trattarsi della solita, banale lingua lunga di qualche nostro funzionario che parla con la stampa, però mi sembra strano, perché conosco quelli che lavorano in quel settore e non hanno la lingua lunga."

Oltre alla fuga di notizie, per l'ex generale "allora forse c'è qualche decisione a livello governativo, anche in un quadro di valutazione di politica generale. Penso non si tratti, dunque, di una fuga di notizie, se non voluta. Credo, insomma, si tratti di una valutazione che deve aver fatto l'organo di governo".

Tra l'altro, Il Ministro degli Esteri Di Maio definendo l'episodio gravissimo "sta a dimostrare, a mio avviso, che questa propalazione, anche in maniera eclatante, era avallata, voluta. Di Maio ha parlato di 'atto ostile', ma gli atti ostili li fanno tutti, anche gli americani, gli inglesi, i cinesi. Si fa attività di spionaggio, la fanno i russi, la fa tutto il mondo."

Per Mori il caso è ingigantito anche per un altro aspetto: "Perché tutto sommato quell'ufficiale, un tenente colonnello con quella collocazione, non è che poteva avere i segreti della Nato. Mi sembra non potesse rivelate dei grandissimi segreti militari".

Sulle ripercussioni nelle relazioni tra Mosca e Roma, l'ex direttore del SISDE precisa: "La vicenda non avrà assolutamente ripercussioni sui rapporti tra Roma e Mosca. Questi sono fatti che accadono da sempre. Forse loro ci manderanno indietro uno o due diplomatici, ma si fa così per prassi. Il caso non inciderà su quelli che sono i fondamenti del rapporto tra i due Stati. Poteva avere un'altra dimensione un caso di attività spionistica fra Russia e Stati Uniti, o fra Cina e Stati Uniti, perché siamo fra i livelli massimi e avrebbe avuto un valore di livello strategico, ma non nel nostro caso. I nostri segreti, insomma, sono molto relativi".

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