di Antonio Di Siena
L’anno scorso scatenò polemiche e proteste internazionali a causa di caricature antisemite e raffigurazioni di ebrei ultra ortodossi con sacchi pieni di denaro. Tanto che l’UNESCO si vide costretta a ritirare il riconoscimento ufficiale di evento appartenente al patrimonio mondiale culturale.
Quest’anno ha suscitato vero e proprio sdegno. Sto parlando del Carnevale di Aalst che, UNESCO o meno, pochi giorni fa è tornato per le strade e ci è ricascato in modo ancora più pesante. Una sfilata di insetti e parassiti con in testa lo shtreimel (il tipico copricapo di pelo indossato da molti ebrei chassidici durante le feste ebraiche) accompagnati dall’etichetta “de klaugmier” che in fiammingo suona tipo “formica che si lamenta” o “che piange”, richiamando il muro del pianto del Grande Tempio di Gerusalemme.
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