22 giorni dopo le dichiarazioni ufficiali della BCE siamo in queste condizioni:


di Antonio Di Siena

1 - la prima opzione sul tavolo è sempre e ancora il MES. Il meccanismo di prestito a usura subordinato a rigide condizioni di applicazione che se non realizzate ti bruciano il negozio. E chi afferma il contrario mente sapendo di mentire.

Per informazioni citofonare Giorgos Papandreou, piazza Syntagma 105 57, Atene - Grecia.

LIVELLO DI RISCHIO - Farsi prestare i soldi dalla camorra


2 - la seconda opzione è il nuovo SURE che stanno tentando di spacciare per un rivoluzionario ammortizzatore sociale europeo. Ma, ben lungi dall’essere uno strumento eurosolidale, è in realtà soltanto un prestito in favore degli Stati. Una somma esigua (10 mld per Paese, quando ne servirebbero 50 volte tanti) per erogare assegni di disoccupazione la cui somma alla fine va pure restituita.
Altro che aiuti. Da che mondo è mondo gli aiuti (e i sussidi) si erogano in misura adeguata e a fondo perduto. Per informazioni citofonare George Marshall Cimitero nazionale di Arlington - Virginia, USA.

LIVELLO DI RISCHIO - disoccupato che anziché prendere il sussidio di disoccupazione si fa prestare i soldi da una finanziaria.


3 - la terza opzione restano gli eurobond. Anche se tedeschi e olandesi l’hanno esclusa categoricamente Conte, Gualtieri, Gentiloni e mezzo Piddì continuano a ipotizzarne la realizzabilità. Per informazioni citofonare Servizio Psichiatrico, Policlinico Umberto I - Roma.

LIVELLO DI RISCHIO - chi vive sperando muore cacando.


In Conclusione.

Siamo in una situazione grottesca, in cui una classe dirigente di pavidi e traditori, nonostante l’emergenza sanitaria ed economica e le migliaia di morti, si ostina a difendere un modello la cui Banca centrale si rifiuta pervicacemente di fare l’unica cosa per la quale esiste: battere moneta.


Nello scenario migliore quindi abbiamo perso un mese per ottenere 1/50 delle risorse di cui abbiamo bisogno. E solo per difendere un’Europa secondo la quale è giusto (in nome dell’economia e dei mercati) che un popolo allo stremo si debba accontentare di meno soldi di quanti ne servano per far funzionare gli ospedali e non far morire di fame i suoi cittadini.


Difronte a questa evidenza, ogni persona sana di mente che abbia a cuore il futuro dell’Italia deve prendere atto del fatto che l’Unione europea non è la soluzione.
Ma soltanto il problema.


Prima ne usciamo meglio è. UscITA

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