11 vaccini in meno di 1 anno. La Corte di Cassazione riconosce nesso con leucemia

01 Dicembre 2020 19:00 Antonio Di Siena

I vaccini possono causare la leucemia. Con sentenza 26842/20 del 25/11 la Cassazione ha confermato l’esistenza del nesso di causalità fra la somministrazione dei vaccini e l’insorgenza della leucemia.

Un nesso eziologico ritenuto provato “dall’alta probabilità statistica” che il considerevole numero di vaccinazioni (undici), eseguite in un lasso temporale molto breve (meno di un anno), abbia “causato o comunque favorito la malattia”.

Inutile girarci intorno, o provare a minimizzare (come cerca indegnamente di fare un noto sito “antibufalaro” che tenta goffamente di smontare la sentenza), per quanto la Suprema Corte si sia limitata a confermare la decisione presa dalla Corte d’Appello, qui siamo difronte ad un fatto storico e incontestabile.

Dalla scorsa settimana, all’interno dell’ordinamento giuridico italiano, c’è una sentenza passata in giudicato che dice espressamente una cosa: somministrare un ciclo vaccinale in un lasso temporale molto breve può causare l’insorgenza di patologie mortali come la leucemia.

E questo non è il vaneggiamento cospirazionista di qualche complottista d’accatto. È una verità processuale non contestabile. Punto. Fine della storia.

Una sentenza importantissima perché - oltre a fare giustizia e dare un barlume di speranza a centinaia di militari vittime delle vaccinazioni - ha la portata di un terremoto.

Perché se è vero che un ciclo vaccinale molto ravvicinato può causare problemi serissimi come la leucemia, allora è ragionevole ri-mettere in discussione l’intero impianto del decreto Lorenzin.

Con buona pace di chi ha sempre liquidato la sacrosanta richiesta di rispetto del principio di precauzione come il delirio di qualche no vax.

Perché molti di noi, come il sottoscritto, non sono mai stati contro la scienza né, tantomeno, contro i vaccini. Ma pretendono rispetto per la vita delle persone, soprattutto per quella dei bambini, la cui salute non può essere subordinata agli interessi delle grandi multinazionali del farmaco.

Si pretendono ragionevolezza, trasparenza, vera informazione (fondamentale per la formazione del consenso ai trattamenti) e cautela nel disciplinare una materia delicatissima come quella dei trattamenti sanitari.

Detto altrimenti non siamo mai stati pazzi. E questa sentenza finalmente dimostra che le perplessità, i dubbi, le paure di tanti cittadini non sono irragionevole follia antiscientifica. Ma solamente buonsenso.

I pazzi siete voi che, in un mondo dominato dal denaro, riuscite a non dubitare mai.

Neppure difronte all’evidenza.

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