Vaccino Covid e morti tra i bambini. In Italia è tabù nel Regno Unito ne discutono Premi Nobel

22 Gennaio 2022 19:00 Antonio Di Siena

Il dibattito scientifico fuori dagli italici confini è per noi una vergogna nazionale.

Michael Levitt, biofisico, docente di biologia a Stanford, membro della National academy of sciences del Regno Unito, tra i primi ricercatori a condurre simulazioni di dinamica molecolare, nonché premio Nobel per la chimica, segnala una lettera aperta rivolta al governo britannico - e sottoscritta da decine di medici e scienziati autorevolissimi - che mette in guardia sul fatto che i vaccini anti covid “potrebbero aver causato la morte di bambini e adoloscenti”.

Nel testo si dice espressamente che “sono state presentate prove che mostrano un aumento significativo del numero di decessi di giovani a seguito del lancio delle vaccinazioni Covid-19 rispetto alla precedente media quinquennale tra il 2015 e il 2019 […] L'incidenza di una maggiore mortalità nei giovani maschi nel 2021 in coincidenza con il lancio dei vaccini Covid-19 non può essere liquidata come una coincidenza, poiché ci sono già stati segnali di avvertimento di gravi eventi avversi in questa fascia di età. […] Alla luce dell'aumento dei decessi nei giovani maschi e dei noti problemi di sicurezza, è necessario condurre un'indagine. Non è suggerito che l'aumento osservato della mortalità dimostri che i vaccini Covid-19 stanno causando la morte, sia attraverso la miocardite che per qualche altro meccanismo, ma una connessione non può essere esclusa. Il segnale potenziale è abbastanza forte al punto che le indagini dovrebbero iniziare con urgenza per escludere tale possibilità.” Nella conclusione si legge che “nel complesso, il comitato è del parere che i benefici della vaccinazione siano marginalmente maggiori dei potenziali danni noti, ma riconosce che vi è una notevole incertezza riguardo all'entità dei potenziali danni. Il margine di beneficio, basato principalmente su una prospettiva sanitaria, è considerato troppo piccolo per sostenere un programma universale di vaccinazione di bambini altrimenti sani di età compresa tra 12 e 15 anni in questo momento. Man mano che maturano dati a lungo termine sulle potenziali reazioni avverse, una maggiore certezza può consentire una riconsiderazione dei benefici e dei danni. Tali dati potrebbero non essere disponibili per diversi mesi".

Ora, mentre in Italia un ministro con la laurea in scienze politiche e il suo team di igienisti, specialisti in ragadi anali e soubrette ci dicono che va tutto bene e dobbiamo vaccinare serenamente pure i bambini di 5 anni, questo è il livello del dibattito scientifico in Inghilterra. Cioè nulla di diverso da come dovrebbe sempre essere: un approccio di estrema cautela soprattutto nei confronti delle giovani vite e specialmente di quelle dei bambini. E invece no. Da noi non si può.

Pretendere dalle nostre istituzioni anche solo un briciolo di buonsenso è considerato un atto sovversivo, perché bisogna “credere alla scienza”. Nonostante la scienza seria, oltre confine, si ponga domande molto scomode. Mentre dal popolo italiano si pretende, sotto minacce sempre più brutali di privazione della libertà, un umile atto di fede a qualcosa che somiglia sempre più al dogmatismo religioso. Ma d’altronde se Magna Carta e rivoluzione industriale sono nate oltre Manica mentre noi ancora osannavamo il Papa Re un motivo dev’esserci di certo.

Testo integrale qui: www.hartgroup.org/open-letter-to-the-mhra-regarding-child-death-data/

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