Guerra tra social network. Che cosa ha in mente Elon Musk?

13 Gennaio 2021 15:00 Giuseppe Masala

La censura sui più importanti social network che sta colpendo Donald Trump e i suoi supporter ha ormai scatenato una enorme guerra del web nella quale milioni di utenti stanno migrando dalle più importanti piattaforme quali Facebook e Twitter, verso altre piattaforme, più piccole, ma dove viene garantita la libertà di espressione. Mi riferisco in particolare a social come Grab e Parler che hanno attratto l'attenzione di molti in cerca di una nuova casa dove potersi esprimere liberamente. La cosa non è passata sotto traccia e infatti il Big Tech della Silicon Valley - che agisce ormai come un unico cartello oligopolistico - è intervenuta a tutela dei suoi soci Twitter e Facebook. La Apple e Google hanno infatti levato la App dei social alternativi dai loro Store, mentre Amazon ha addirittura disconnesso Parler dai suoi server nei quali era ospitato.

Una situazione che ha dell'incredibile e che potrebbe essere fonte di ulteriori sorprese. Si parla infatti di una futura acquisizione di gab.com da parte - addirittura - di Donald Trump interessato, evidentemente, non solo alla politica ma anche a monetizzare l'enorme consenso che riscuote anche nel web e nei social. Ma anche Elon Mask sembra ormai pronto a scendere in campo: innanzitutto ha consigliato di utilizzare Signal come App di messaggistica tirando dunque un bel calcio negli stinchi a Zuckerberg e alla sua WhatsApp e poi non è da escludere una sua entrata diretta nel settore dei social network magari con una rete social attraverso i suoi satelliti Starlink e dunque non hackerabile e non intercettabile.

Infine faccio notare che Telegram sta facendo affari d'oro. Pavel Durov, proprietario e ideatore della App di messaggeria, fa sapere di essere arrivato a 500 milioni di utenti attivi. Dei quali ben 25 milioni sbarcati nelle ultime 72 ore. Numeri da capogiro in un mercato che si è dimostrato non solo commercialmente ma anche politicamente fondamentale. Non tarderemo comunque a vedere la controffensiva verso Telegram che oltre ad essere rispettosa della privacy degli utenti, a non censurare i gruppi, ha anche il grave difetto di avere un proprietario russo.

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