L'accordo di China EximBank con la Saudi National Bank: la dedollarizzazione ha avuto inizio

17 Marzo 2023 16:00 Giuseppe Masala

"Controlla la moneta e le alleanze. Che la canaglia si diverta col resto". Questo dice l'Imperatore Padiscià. E aggiunge: "Se volete profitti, dovete regnare". C'è della verità in queste parole, ma io mi chiedo: Chi è la canaglia e chi sono i regnanti?”

Dal film “Dune”

E' sempre più evidente, anche agli occhi di chi magari non segue approfonditamente i fatti di politica internazionale, che stiamo vivendo un momento storico che probabilmente cambierà l'assetto delle relazioni internazionali disegnando nuove alleanze, nuove rotte di commercio e nuove forme di pagamento dei beni e dei servizi in giro per il mondo.

Non mi pare azzardato affermare che la notizia che dà il senso più di tutte le altre dell'enormità dei cambiamenti in atto è quella dell'avvenuta ripresa delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita. Un annuncio questo venuto dopo quattro giorni di colloqui tenutisi tra il 6 e il 10 Marzo a Pechino. La notizia già di per sé sbalorditiva della riappacificazione tra i due colossi islamici – quello sunnita e quello sciita – è ulteriormente resa importante dal luogo dove si sono svolti i colloqui: Pechino. Ovviamente sono stati patrocinati dal governo della Repubblica Popolare Cinese che si propone agli occhi del mondo nel ruolo di “Grande Pacificatore” magari anche in contrapposizione al ruolo di “Grande Guerrafondaio” facilmente attribuibile a Washington.

L'Accordo, di Pechino, ha fatto notare il Washington Post, è stato redatto in lingua Farsi, in Arabo e in Cinese e non in Inglese simbolicamente così contestando, anche dal punto di vista linguistico, l'egemonia anglosassone. Esso prevede oltre che la ripresa dei rapporti diplomatici tra Riyad e Teheran, anche investimenti, collaborazione per l'estrazione di gas nei giacimenti del Golfo Persico e soprattutto un impegno reciproco per stabilizzare il conflitto in Yemen che dietro le fazioni locali ha visto di fatto fronteggiarsi l'Iran e l'Arabia Saudita.

Come si può facilmente intuire questo accordo oltre ad essere storico per le relazioni nel mondo islamico è un vero e proprio trionfo per la diplomazia cinese che sempre più sta aumentando la propria influenza nell'Asia, nel Medio Oriente e in Africa ponendosi quindi ad un livello di leadership al pari degli USA se non – addirittura – ad un livello più alto.

Come se non fosse abbastanza dirompente la notizia dell'accordo tra Teheran e Riyad, ieri la China EximBank ha annunciato di aver trovato l'accordo con la Saudi National Bank (la più grande banca saudita) per l'emissione di un bond denominato in Yuan al fine di facilitare la cooperazione finanziaria tra Arabia Saudita e Cina Popolare nell'ambito della Belt & Road Initiative (BRI) cinese consentendo così di finanziare i commerci sulla rotta della nuova Via della Seta progettata da Pechino (1). Si tratta del primo accordo di questo tipo tra Arabia Saudita e Cina Popolare avvenuto dopo la visita di Xi Jinping a Riyad del Dicembre 2022 e che si è conclusa con l'annuncio di un partenariato strategico dove si è peraltro scritto a chiare lettere che nei commerci bilaterali progressivamente si sarebbe passati all'utilizzo dello Yuan al posto del Dollaro.

E questa emissione di bond è la prima manifestazione concreta del partenariato scaturito con la visita Dicembre, proprio perché il bond è stato denominato in Yuan e non in dollari o altra valuta occidentale. Un fatto di portata storica, perché sancisce la fine del monopolio del Dollaro negli affari dell'Arabia Saudita, che ricordiamo non è un paese come gli altri ma il paese garante dell'esistenza di quello che informalmente viene chiamato petrodollaro che si fonda sul fatto che l'Arabia Saudita fino ad ora si fa pagare il suo petrolio in valuta statunitense e reinveste la stragrande maggioranza delle sue ricchezze in USA e in Occidente.

Sempre di più il mondo nato dal celebre annuncio del Ferragosto del 1971 fatto da Richard Nixon che sancì la non convertibilità in oro del dollaro e che si è fondato sull'asse tra Riyad e Washington con la denominazione del prezzo del petrolio in dollari sta venendo alla fine e si sta procedendo verso una de-dollarizzazione almeno parziale.

In altri termini, al vecchio asse Riyad-Washington si sta sostituendo l'asse Riyad-Pechino con l'aggiunta di Mosca che ormai sta sostituendo il Dollaro con lo Yuan non solo nelle transazioni commerciali internazionali ma anche nel risparmio interno con l'offerta da parte delle banche russe ai propri clienti di prodotti finanziari sovente denominati in Yuan (2).

Un asse tripartito quello tra Pechino, Mosca e Riyad che è sempre più evidente anche dal coordinamento tra sauditi e russi sulla produzione di petrolio decisa in seno all'Opec e sull'abbandono della stretta collaborazione tra le aziende del complesso militare-industriale americano ed europeo e la holding saudita produttrice di armi Scopa. Una mossa questa a vantaggio delle aziende del settore cinesi e russe che hanno sostituito come partner tecnici gli americani proprio in Scopa (3).

Tutti segnali questi che attestano inoppugnabilmente l'uscita dell'Arabia Saudita dall'orbita occidentale ed americana per avvicinarsi in maniera preoccupante (dal punto di vista occidentale) a Mosca e Pechino. Un fatto geopolitico di portata storica che terremota le Relazioni Internazionali a livello globale e a voler essere precisi anche l'economia mondiale, visto che la de-dollarizzazione non concordata con Washington è un vero e proprio attentato alla sicurezza e al benessere degli USA e dell'Europa. Ed è proprio per questo che gli USA e i suoi vassalli occidentali continueranno a logorare la Russia nella guerra ucraina (magari anche in attesa di aprire un altro fronte nel Caucaso Meridionale) e a provocare la Cina su Taiwan.

NOTE

  • Global Times, China EximBank, Saudi National Bank achieve first loan cooperation in yuan, 15 Marzo 2023.
  • MilanoFinanza, La Russia isolata comincia ad affidarsi allo yuan al posto del dollaro, 28 Febbraio 2023
  • IntelligenceOnLine, Scopa turns away from US and towards Moscow and Beijing, OFAC warned, 7 Marzo 2023.

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