Qualche considerazione su Regeni, Egitto e Gran Bretagna



di Paolo Desogus

L'impressione che sono riuscito a farmi sulla morte di Regeni è che su questo caso non avremo mai del tutto un quadro definito. Non nell'immediato. E questo non solo perché l'Egitto è reticente e non fa abbastanza per le indagini, ma perché la natura del caso lo impedisce. Regeni è infatti rimasto schiacciato in un grande conflitto diplomatico, che ha come attori non solo l'Italia e l'Egitto, ma anche la Gran Bretagna.


Il sospetto - ma ripeto, le mie sono impressioni - è che questo terzo protagonista sia molto più coinvolto di quello che si può immaginare. La morte di Regeni si inserisce infatti nel contesto di ridimensionamento geopolitico dell'Italia nel Mediterraneo iniziato con la nuova politica estera antirussa e filopanestinese di Barak Obama, la guerra in Libia di Sarkozy e i rivolgimenti politici in Egitto, da cui ha cercato di trarre profitto proprio la Gran Bretagna che, per ragioni complesse che non posso riassumere, ha in passato subito l'eccessiva forza dell'Italia nel Mediterraneo, specie in Egitto e in Libia.


Si tenga conto che il corpo di Regeni ricompare, a diversi giorni di distanza dalla morte, proprio in occasione del viaggio ufficiale al Cairo del ministro Mogherini. Quel corpo serviva a far scoppiare la rottura diplomatica tra Italia ed Egitto e a creare quella lunga disputa che anche oggi si sta manifestando dopo l'accordo economico sulla vendita di due nostre navi militari. La partita in corso è dunque molto complessa, irrisolvibile con le sole ragioni della giustizia per Regeni.


La verità sulla sua morte si scoprirà, se si scoprirà, tra anni, molti anni, quando il contesto politico sarà radicalmente mutato. In questa fase nessun paese coinvolto vuole che emerga la verità. Nemmeno l'Italia che a parole chiede giustizia per Regeni vuole che si sappia come sono andate le cose. Non può, non può volerlo dal momento che la verità provocherebbe un conflitto diplomatico non solo con l'Egitto, paese di cui abbiamo dopotutto bisogno sia per ragioni commerciali che per ragioni geopolitiche, ma anche con la Gran Bretagna.


P.S.
Per i moralisti del web attaccare l'Egitto non è un gran sacrificio. Chiedere invece la rottura diplomatica con la Gran Bretagna è molto più impegnativo. Non sia mai che con la fine della pandemia saltino i piani di un weekend a Londra...

Le più recenti da Mondo grande e terribile

On Fire

F-16, "bersagli legittimi" e NATO. Cosa ha detto (veramente) Vladimir Putin

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomaticoIl presidente russo Vladimir Putin ha visitato il 344esimo Centro Statale Addestramento e Riqualificazione del personale dell'aviazione militare del Ministero...

Pepe Escobar - Il Collegamento Nuland - Budanov - Crocus

  di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe]   Cominciamo con la possibile catena di eventi che potrebbe aver portato all'attacco terroristico sul Crocus....

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Pino Arlacchi - Le 3 ipotesi sulla matrice della strage di Mosca

di Pino Arlacchi   Le reazioni alla strage di Mosca sono, com’è ovvio, le più diverse e sono determinate dall’andamento di una guerra in corso. Siccome ci sono pochi dubbi...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa