di Paolo Desogus *
Dalle prime indagini sta emergendo che la gestione della centrale di Suviana era stata affidata a numerose aziende attraverso una catena di appalti e subappalti tra imprese, cooperative e lavoratori con partita iva. I sindacati avevano tuttavia già da tempo denunciato i problemi derivanti dall’assegnazione di mansioni per le quali alcuni dei lavoratori non erano qualificati. Non è però bastato a impedire il disastro.
Ci sarà un tribunale che deciderà di chi sono le responsabilità penali del disastro e dei morti sul lavoro. Occorrerebbe però una buona volta iniziare a mettere sul banco degli imputati anche la logica che porta ai subappalti e al coinvolgimento di lavoratori anziani, come nel caso di Mario Pisani, settantatré anni, pensionato assunto tramite partita iva. Mi riferisco alla logica capitalista, la logica dello sfruttamento e della frammentazione della gestione degli ambiti lavorativi per scaricare sui lavoratori il rischio d’impresa e per limitare l’attività sindacale.
Siamo sicuri che il capitalismo abbia una razionalità compatibile con il benessere e la sicurezza dei lavoratori? Perché poi si continua a liberalizzare? Ed è possibile che anche le aziende a partecipazione statale e addirittura strategiche debbano essere sottomesse al principio della massimazzazione dei profitti e alla volontà rapace degli azionisti? Io direi proprio di no.
*Post Facebook dell'11 aprile
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