Il Movimento delle saracinesche è la voce alle vittime sacrificali della crisi


di Marino Poerio*

6 maggio 2020


Spesso mi chiedo chi me l'abbia fatto fare.

Quando circa due mesi fa ho deciso di fondare il Mosa, Movimento delle saracinesche, sapevo cosa stavo facendo?

Onestamente, no.

Perché mai un tipo piuttosto solitario e assai poco desideroso di stare al centro dell'attenzione, come il sottoscritto, all'improvviso si è messo a parlare da solo alla videocamera del cellulare, come uno scemo, arringando le folle virtuali?





Perché mi ero accorto subito, al primo editto televisivo di Giuseppe Conte, che qualcosa non tornava.

Perché un Presidente del Consiglio che ti dice: "Da domani tu chiudi per due settimane, poi vediamo come va e ci riaggiorniamo", non può avere dimenticato che centinaia di migliaia di Italiani vivono esclusivamente dello stare aperti.

Non può. Però non ne ha fatto parola. Nulla.

Ho capito allora che c'era evidentemente un pensiero, dietro quel silenzio assordante, tanto chiaro quanto folle: avete voluto il rischio d'impresa? Arrangiatevi.

Come se un virus epocale e le misure draconiane di contenimento adottate per fronteggiarlo, potessero minimamente essere presi in considerazione da un imprenditore, e messi in conto nelle "varie ed eventuali" di un buon piano di fattibilità aziendale.

Follia. Ma c'era - come si dice - del metodo in quella follia: saremmo stati le vittime sacrificali della crisi.

Magari con qualche contentino, giusto per evitare una rivoluzione cruenta e immediata, tipo i 600 euro con cui pagheremo un paio di bollette.

Non ho avuto scelta.

Ci ho messo la faccia, i pensieri, le parole.

Per dire semplicemente "Ci siamo anche noi, esistiamo e vorremmo continuare a farlo - magari persino con dignità - e un'idea sul 'come' ce l'abbiamo".

Ed ecco il Mosa.

"Un volgo disperso che un nome non ha", per dirla con Manzoni, si è dato non solo un nome, ma un programma articolato da offrire all'Italia per risalire la china. Un'auto difesa che diventa proposta, voglia di ripartire, ma davvero, tutti insieme: come una comunità.

Centinaia, poi migliaia di persone hanno aderito in qualche settimana.

Mi scrivevano disperati, per ringraziarmi e chiedermi se potevo aiutarli.

Non ci ho dormito.

Dopo i primi due giorni incollato al cellulare per leggere tutto, commentare, replicare, ho capito (e se non lo avessi capito me lo avrebbe ricordato mia moglie) che non potevo trasformarmi in uno zombie, e ho cominciato a rispondere a tutti con i video. Che hanno preso a circolare.

Così, più o meno, è nato il Mosa.

Quello che è successo e sta succedendo dopo la sua nascita, è tutta un'altra storia, e se avete voglia di leggerla, ve la racconterò presto un'altra volta.

*Fondatore del Mosa, Movimento delle Saracinesche. Da oggi curerà una rubrica su l'AntiDiplomatico

Le più recenti da Movimento delle Saracinesche

On Fire

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Andrea Zhok - Il momento esatto in cui si è deciso il suicidio di Ucraina e Europa

di Andrea Zhok* Tre giorni fa, il 16 aprile, l'autorevolissima rivista di provata fede atlantista "Foreign Affairs" ha pubblicato un articolo che mette la parola fine a tutte le chiacchiere intorno...

L'avviso (finale) del Fondo Monetario Internazionale all'Impero Americano

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico   Abbiamo sempre sottolineato che questa enorme crisi geopolitica in corso abbia una origine di tipo economico e monetario. Del resto solo le persone ingenue...

Alessandro Orsini - Le democrazie occidentali, le dittature e l'antropologia culturale

  di Alessandro Orsini*   C’è questa idea senza alcun fondamento empirico secondo cui le democrazie occidentali sono sempre migliori delle dittature. Lo studio della storia smentisce...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa