Il metodo del dottor Stramezzi che cura i pazienti Covid in casa

06 Marzo 2021 15:16 La Redazione de l'AntiDiplomatico

Le linee guida elaborate per i medici di base alle prese con pazienti Covid sono sospese perché errate. Le disposizioni sulla ‘vigilante attesa’ e sull’impossibilità dei medici di somministrare farmaci sono state annullate da una sentenza del Tar.

Accolto il ricorso presentato dai medici Fabrizio Salvucci, Giuseppe Giorgio Stramezzi, Riccardo Szumsky e Luca Poretti contro la nota AIFA del 9 dicembre 2020 a proposito di “principi di gestione dei casi Covid-19 nel setting domiciliare“.

“Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio – si legge nella sentenza – ha pronunciato la presente ordinanza per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della nota AIFA del 9 dicembre 2020 (…) nella parte in cui nei primi giorni di malattia da Sars-covid prevede unicamente una ‘vigilante attesa‘ e somministrazione di fans e paracetamolo, e nella parte in cui pone indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da Covid”.

Uno dei medici ricorrenti, il Dott. Andrea Stramezzi, Medico Chirurgo e volontario del gruppo ‘Medici Covid19’ ha commentato la decisione del Tar ai microfoni di Radio Radio: “La sentenza è splendida. Il giudice evidentemente ha ragionato. La sentenza è fantastica perché va oltre il problema del Covid: sancisce che non si può vietare l’utilizzo dei farmaci normalmente utilizzati in terapia ai medici. Un medico ha il diritto-dovere di utilizzare i farmaci che ritiene più adatti a quel paziente in quel momento. Questo è fondamentale.

Poi c’è la parte della vigile attesa: si sancisce che non si deve attendere. I malati si curano, non si lasciano da soli abbandonati a casa in attesa che diventino gravi. È una sentenza storica. Ovviamente è una sospensione temporanea in attesa del giudizio di merito, ma l’udienza è fissata a luglio. È ovvio che non andrà mai in udienza, perché il Prof. Palù sta già preparando delle nuove linee guida e a luglio non ci sarà più la norma. Abbiamo vinto, è per questo che è una sentenza storica”.

In un’intervista ad Affari Italiani il dottor Stramezzi ha spiegato come tratta i suoi pazienti affetti da Covid. “Il padre 90enne di un mio amico stava male e mi ha chiesto di visitarlo. Era già sotto l’ossigeno, ho pensato che non avrebbe superato la notte, gli ho portato una bombola di scorta e alcuni farmaci che io ritenevo che potessero esser utili: antinfiammatori, antibiotico, cortisone e idrossiclorochina. Avevo letto un articolo del 2005 del professor Fauci che diceva che contro la Sars l’idrossiclorochina funzionava e che secondo lui fosse l’arma antivirale più potente che si sarebbe potuta usare nelle future epidemie”.

Una terapia rivelatasi efficace: “Dopo 3 giorni non aveva più bisogno dell’ossigeno, stava molto meglio, la febbre era passata. Ho continuato a seguirlo e da quel momento con il passaparola ho iniziato curare molte persone”.

La strategia del dottor Stramezzi si basa sull’intervento rapido per non permettere al Covid di aggravre il quadro clinico dei pazienti che spesso arrivano in ospedale già in condizioni critiche: “Le terapie precoci funzionano. Il tempismo è fondamentale. Si deve intervenire immediatamente con l’antinfiammatorio. Da evitare la Tachipirina che non è un antinfiammatorio e abbassa i livelli di glutatione, fondamentali per proteggersi dal Covid”.

Quindi “bisogna curare le persone con una terapia adeguata. Non solo con antinfiammatori ma anche con il cortisone che è utile per prevenire la malattia. In una buona parte dei pazienti la malattia può trasformarsi in quella che io chiamo malattia auto-immune, cioè una tempesta citochimica, una reazione eccessiva e anomala del sistema immunitario specifico. Dunque, quando si formano di colpo gli anticorpi, crolla il quadro clinico in poche ore, e questo può far precipitare la situazione perché si creano dei microtrombi. Il cortisone quindi è fondamentale somministrarlo prima dell’aggravamento, quando il paziente sta bene, non dopo”.

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