Sahra Wagenknecht: "È ora di smetterla con la modalità panico"

26 Ottobre 2021 01:51 La Redazione de l'AntiDiplomatico

In diversi paesi si riflette ormai sul passaggio dalla fase emergenziale della pandemia, a quella dove c’è la gestione e la convivenza con il virus.

A tal proposito una delle leader della sinistra tedesca, probabilmente la più conosciuta, apprezzata e assennata, Sahra Wagenknecht della Linke, afferma tramite i suoi canali social come per la Germania sia «ora di porre fine alla modalità panico» perché l’emergenza pandemica è ormai alle spalle.

Certo, aggiunge Wagenknecht, «il coronavirus è ancora pericoloso. Ma i gruppi a rischio sono ora ampiamente protetti. Oltre l'85% delle persone con più di 60 anni ha ricevuto due dosi di vaccino. Chiunque lo desideri ha accesso al vaccino e può proteggersi».

Qui in Italia, unico paese al mondo a imporre il green pass a tutte le categorie di lavoratori senza distinzioni, viene condotta una forte campagna contro chi per i più svariati motivi ha deciso di non vaccinarsi volta a far passare i non vaccinati come degli untori irresponsabili e anti-scientifici.

Sahra Wagenknecht invece afferma: «Coloro che decidono diversamente a causa della valutazione del rischio personale, lo fanno consapevolmente. Anche questo fa parte di una società libera. Nessuno Stato ha il diritto di ricattarli finanziariamente ed escluderli dalla vita pubblica».

A tal proposito viene citato il caso della «Danimarca, dove all'inizio di settembre tutte le misure sono state revocate, dimostra che i cittadini stessi sono in grado di comportarsi in modo responsabile. Anche se le "incidenze" stanno tornando ad aumentare, come era prevedibile nella stagione più fresca, i numeri sull'occupazione ospedaliera non giustificano affatto qualsiasi emergenza».

Per cui «è pericoloso se si discute ora, consentire che le restrizioni esistano indipendentemente dalla situazione pandemica nazionale».

«I politici - conclude Sahra Wagenknecht - sembrano un drogato di controllo che non vuole rinunciare ai poteri acquisiti».

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