“Conoscere per fare la pace”. Metaeducazione incontra il Comitato per la liberazione di Julian Assange Italia

Riceviamo e pubblichiamo

L'intervista è stata realizzata nell’ambito del progetto di geopolitica nelle scuole “CONOSCERE PER FARE LA PACE” di Metaeducazione. Questa iniziativa intende offrire ai bambini e ai ragazzi, in contesti educativi e scolastici, un percorso nel quale si possano affrontare tematiche inerenti all’attualità e quindi anche la geopolitica, indispensabile per dare loro autonomia di pensiero e comprensione delle dinamiche profonde che animano i principali conflitti e le situazioni di maggiore criticità. L’obiettivo è diffondere una cultura di pace basata sulla conoscenza e sulla capacità di analisi, fondamentali per sentirsi parte attiva di un mondo in rapido cambiamento.

Alcuni bambini dell'associazione il 29 agosto hanno incontrato Leonardo Cribio del Comitato per la liberazione di Julian Assange Italia, nella meravigliosa Villa Litta a Milano.

Cristina Mirra

Chi è Julian Assange?

Julian Assange è un giornalista australiano che ha 51 anni e che ha impegnato la sua vita per garantire il diritto di informazione e la giustizia che deriva dalla corretta informazione. Lui ha fatto conoscere a tutte le persone del mondo cose che senza di lui non sarebbero emerse. Ha utilizzato una piattaforma che si chiama WikiLeaks, che è un contenitore al quale alcune persone hanno inviato dei documenti, video, foto o scritti, che riguardano tutti noi e che altrimenti sarebbero rimasti segreti.

Come mai è stato arrestato?

Julian Assange è stato arrestato perché ha svelato i crimini di guerra degli Stati Uniti e gli affari loschi di alcuni politici americani. Lui ha svelato al mondo molti malaffari e così è cominciata la persecuzione politica nei suoi confronti.

Perché i giornalisti in Italia non parlano di lui?

I giornalisti in Italia non ne parlano, eccetto alcuni coraggiosi, perché hanno paura. Quello che ha svelato Assange sono crimini che non riguardano solo gli Stati Uniti ma anche i loro alleati come, per esempio, l'Italia e quasi tutti i Paesi europei che non vogliono mettersi contro gli Stati Uniti e contro chi comanda il sistema politico ed economico del nostro Paese. Sono pochi i giornalisti coraggiosi che parlano di lui.

Cos'è il Comitato per la liberazione di Julian Assange - Italia?

Il Comitato per la liberazione di Julian Assange - Italia è un comitato che nasce nel 2019, quando Julian Assange è stato prelevato in maniera forzosa dall'ambasciata dell'Ecuardor a Londra, nella quale era rifugiato. Il comitato è stato creato da persone già impegnate in precedenza per la sua libertà. Ventiquattr'ore ore dopo il suo arresto, 11 aprile 2019, gli attivisti italiani, già impegnati per la sua liberazione, si sono recati davanti al consolato britannico vicino al Duomo, in piazza Liberty, per chiederne la scarcerazione.

Il comitato, sulla base anche della Carta dei diritti umani delle Nazioni Unite che riguardano la libertà di stampa e di parola, si pone come obiettivo di chiedere alle nostre istituzioni, innanzitutto a Mattarella, che è il nostro presidente della Repubblica, una presa di posizione forte a sostegno di Assange, per la sua liberazione, che è anche la difesa, per l'appunto, del lavoro libero dei giornalisti.

Noi come possiamo essere utili in questi ambiti?

Il nostro compito può essere quello di parlarne con gli amici, con i compagni di scuola, magari anche con le maestre, potete creare dibattiti con le persone con cui fate le vostre attività di vita. Parlarne è già importante perché con le gocce si compone l'oceano. È importante anche scendere in piazza e far vedere che c'è una vera partecipazione e che è reale il sentimento d'amore per Assange e per la giustizia e la verità.

Secondo te quale dovrebbe essere l'attitudine corretta dei cittadini nel conoscere i reati degli Stati, quando ne commettono?

Sicuramente tutti i cittadini, sinceramente democratici del nostro Paese, dovrebbero prendere le parti di chi sta sacrificando la propria esistenza per donarci la verità. Io penso che tutti i cittadini, tutti gli esseri umani che hanno a cuore la libertà, la giustizia, la verità, devono prendere in considerazione la causa di Assange, che è la causa di un mondo migliore, un mondo nel quale c'è libertà e trasparenza nell'informazione e dove chi commette dei crimini paga.

Ci sono stati altri arresti oltre a quello di Julian Assange?

Purtroppo, sì. Ci sono stati altri arresti legati a WikiLeaks, come quello di Chelsea Manning, che, per aver passato documenti che riguardano le guerre, è stata accusata di essere un'informatrice di Assange e per questo ha scontato sette anni di carcere. Questa persona fu graziata da Obama, che le concesse la grazia poco prima della fine del suo mandato, per poi essere arrestata nuovamente per due anni durante la presidenza di Trump. Un'altra persona è Edward Snowden, che ha passato delle informazioni che riguardavano il controllo degli USA sui cittadini. Lui fortunatamente non è stato arrestato perché è fuggito in Russia, dove ha lo status di rifugiato politico. È perseguitato dalla CIA.

Ma ricordiamo anche Daniel Hale, che ha svelato degli assassinii anche di civili avvenuti con i droni e sta scontando quattro anni per questo.

Nella storia ci sono tante ingiustizie del genere, persone incarcerate per aver svelato la verità.

Ci parli della prossima iniziativa?

L'8 ottobre si terrà una catena umana intorno al Parlamento britannico a Londra. I cittadini si ritroveranno fisicamente, ma soprattutto simbolicamente, per dire al Parlamento del Regno Unito che sta consegnando Julian Assange ai suoi carnefici un uomo che invece merita di essere considerato un eroe.

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