Pino Cabras: "Ma chi c'è al governo del paese? I no Vax?"

di Pino Cabras*
Draghi in conferenza stampa non aveva a disposizione il vecchio Tempio di Gerusalemme, dove officiare un crudele rito con cui caricare un capro di tutti i peccati per poi spedirlo nel deserto.
Ma anche in questi momenti, ai tempi delle strategie sanitarie disastrose, un capro espiatorio fa sempre comodo, proprio nel senso figurato che trovate nei dizionari: «chiunque o qualunque cosa (individuo, gruppo, organizzazione, etc.) eletto a responsabile di colpe collettive delle quali è totalmente o parzialmente innocente».
Eccovelo servito, il capro espiatorio, con le parole di Draghi: «i problemi che abbiamo dipendono dai No Vax». Proprio così. A questo punto spedisca nel deserto, anche loro, no?
Di deserto, ad esempio, oggi ho visto tutto il centro storico di Roma. Ho percorso a piedi un lungo tratto che per lunghi anni brulicava anche a gennaio di localini e ristoranti, che nell’era covidiana aveva visto ridursi ma non azzerarsi la presenza umana, ma che oggi era punteggiato di sale desolate, con i camerieri inoperosi e i buttadentro che non avevano nessuno da richiamare. Urlo io al posto loro, all’indirizzo del bugiardo di Palazzo Chigi: «Sicuro sicuro che i problemi che abbiamo non dipendano dalle tue scelte?».
Per dire, oggi il banchiere la fa facile a lamentarsi della scarsa capienza delle terapie intensive, ma quando venivano tagliate del 75% i governi obbedivano alle sue lettere, mica alle lettere di un passante.
Per dire inoltre, il sultano del Draghistan diceva che la scheda verde dava la garanzia «di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose». Oggi i contagi non solo sono totalmente indifferenti al possesso di quella scheda, ma esplodono via via all’inasprirsi dei tormenti che infligge a chi non la possiede. Un fallimento nato anche da una menzogna.
Per dire ancora, quando il 20 ottobre in Aula a Montecitorio esposi in faccia a Draghi l’inutilità del suo green pass, lui mi rispose con una raffica di numeri-balla per la metà dei quali in un altro paese il premier sarebbe saltato come un tappo di spumante a Capodanno.
Più la strategia è insensata, economicamente dannosa, umanamente crudele, costituzionalmente eversiva, più lui persevera nel renderla ancora più dura, sorretto da una caccia alle streghe che lascerà troppe macerie e già oggi fa soffrire milioni di persone. Ma che
importa? Ci sarà sempre un capro espiatorio, un no vax da caricare di tutti mali.
La conferenza stampa del 10 gennaio comunque ha rivelato meglio di altre volte che il banchiere è nudo. Persino una parte dei giornalisti fin qui adescati e coinvolti nella sua narrazione ha avuto un moto di ribellione quando li ha trattati da scendiletto nel pretendere di ricevere solo le domande che voleva lui. L’arroganza perde i predestinati. Forse può iniziare a scordarsi di andare ad abitare nella reggia del Colle. Forse possiamo iniziare a pensare di uscire dall’incubo dello stato di eccezione con cui Draghi ha usato la leva della pandemia per accelerare la creazione di un regime neoliberista. Ci sono tante carte che saranno giocate e la partita sarà dura.
Ma c’è ancora una riserva di buonsenso che potrà farsi strada. Faremo il possibile per rappresentare un popolo che vuole una svolta.
*Deputato di Alternativa. Post Facebook del 10 gennaio

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