Il 15 gennaio 1929 nasceva Martin Luther King: "Io ho un sogno"

di Mishell Mantuano*

Martin Luther King, è nato il 15 gennaio 1929, in una famiglia tradizionale. Fin da giovane ha mostrato il suo spirito rivoluzionario, dopo alcune esperienze che aveva sofferto fin dall’infanzia. Suo padre, con il quale condivideva nome e professione, era un pastore molto fedele alle idee e ai pensieri cristiani.

King, un giovane socialista e anti-imperialista, ispirato da Ghandi, decise d’intraprendere un’azione non violenta per combattere la segregazione razziale negli Stati Uniti, mobilitando gran parte della comunità afroamericana per consegnare il suo discorso più splendido e commovente: “Ho un sogno”. Il sogno di porre fine alla precarietà, alla disuguaglianza in una nazione che ti giudicava per il colore della tua pelle e non per le qualità del tuo carattere, una società che non ti permetteva di essere libero e di godere dei tuoi diritti di essere umano.

Martin aveva il sogno che tutti i neri potessero un giorno liberarsi dalle catene e dal giogo della discriminazione razziale, il sogno che tutti i neri smettessero di vivere isolati dentro della società americana e in totale povertà.

Martin Luther King, fu un antirazzista radicale, cresciuto in un ambiente di segregazione dominato dalle leggi del “Jim Crow”, cioé “separato ma uguale”, in una nazione mossa dalla disuguaglianza razziale nell’istruzione, nel lavoro, negli spazi e nei trasporti pubblici. Il concetto perverso di segregazione razziale, in cui i diritti civili degli afroamericani venivano negati, definendoli inferiori e subordinati, furono eventi che segnarono la vita di Martin e gli diedero la direzione per avviare il movimento pacifista e ottenere condizioni di vita migliori per i neri degli Stati Uniti.

In aggiunta a ciò, riuscì a porre fine alla segregazione razziale nei trasporti pubblici, dopo che Rosa Park, una donna di colore, ricevette un mandato di arresto per essersi rifiutata di cedere il suo posto a un bianco. Come risultato di quell’azione, partecipò al Movimento Montgomery Bus Boycott che durò 300 giorni che permise l’abolizione del segregazionismo negli autobus nello stato dell’Alabama nel 1956.

Nonostante i 29 arresti, gli attacchi della polizia, il razzismo e l’odio di molti americani nei suoi confronti, il movimento per l’uguaglianza stava prendendo forza, portando a sentenze giudiziarie e decisioni legislative contro la segregazione razziale.

Questo gli valse il Premio Nobel per la Pace il 1964.

Il 4 aprile 1968 a Memphis, Tennessee, negli Stati Uniti, un proiettile mosso dall’odio e dal razzismo mise fine alla sua vita, ma non alla sua eredità di lotta, uguaglianza, amore e rispetto per tutti.

Quindi oggi è un giorno importante per commemorare e riflettere su com’è il mondo dopo Martin Luther King.

I problemi che sono sorti e le ragioni per cui è sorto il movimento pacifista non sono molto lontani dalla realtà in cui viviamo, le persone di origine africana esistono in nazioni dove il razzismo, le molestie crescono così tanto che non è più solo a scuola, al lavoro o in strada ma in posizioni di potere e di sistema.

Tuttavia, l’eredità che Martin Luther King ci lascia e tutto il lavoro svolto, può essere distinto in molti aspetti della vita contemporanea. Dalla sua morte son sorti molti movimenti guidati da uomini e donne che continuano la lotta. Oggi c’è maggior coscienza sociale sul problema, ma dobbiamo seguire avanti e concretare il sogno di Martin.

*Giornalista e redattrice di Wambra.ec

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