David Grieco - Monica Vitti travolta dall’insolito destino di far sbagliare i giornali

di David Grieco* - Globalist

A 90 anni Monica Vitti, al secolo Maria Luisa Ceciarelli (se ti capita un nome così non puoi che scegliere un nome d’arte) se ne è andata davvero. La grande attrice italiana e non solo, che aveva saputo trovare come nessuno il perfetto equilibrio tra il dramma e la commedia, era già morta tanto tempo fa.

Esattamente 34 anni fa, il 3 maggio del 1988, quando l’autorevole quotidiano Le Monde ne annunciò la scomparsa. E che scomparsa. Secondo Le Monde, Monica Vitti si era suicidata inghiottendo un bel mucchio di barbiturici, come si chiamavano una volta.

Chiarito l’errore, Le Monde si cosparse il capo di cenere e le fece recapitare un mazzo di rose rosse con un biglietto di scuse.

A chi porgerà le scuse domani il Corriere della Sera, che nella fretta di dare la notizia della sua morte ha scritto che la più grande interpretazione di Monica Vitti è stata sicuramente nel film « Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto », di Lina Wertmuller, in realtà interpretato da Mariangela Melato?

Non paghi dell’azzardo (non sarebbe stata comunque la sua più grande interpretazione), i colleghi del Corriere ci hanno messo su anche una bella foto di Giancarlo Giannini e Mariangela Melato tratta dal film suddetto, come a dire guardate, riconoscete, apprezzate.

Questo tragico incidente giornalistico ci dice a quale punto di non ritorno sia arrivata la situazione della stampa italiana, dove lavorano giovanotti mal pagati, dove nessuno controlla più niente e dove si corre a scapicollo per arrivare prima della concorrenza alla velocità insensata del web.

L’unica cosa che resta è il rimpianto per Monica Vitti, che sullo schermo ha saputo farci ridere di qualunque ferale notizia e, a quanto pare, ci è riuscita persino da morta.

*Giornalista, scrittore, sceneggiatore, regista, produttore, conduttore radiofonico e televisivo. È stato critico cinematografico e inviato dell'Unita' dal 1970 al 1982, ha poi scritto molti film tra cui "Caruso Pascoski di padre polacco" di Francesco Nuti (1988) e alcuni libri tra cui "Il comunista che mangiava i bambini" (1994) per Bompiani dal quale tratto il suo primo film da regista, "Evilenko" (2004), con Malcolm McDowell. Nel 2015 ha pubblicato "La Macchinazione" con Rizzoli sulla morte di Pier Paolo Pasolini e nel 2016 è uscito il film dallo stesso titolo da lui stesso diretto e interpretato da Massimo Ranieri.

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