Blocco di RT e Sputnik: l'UE censura l’informazione

01 Marzo 2022 14:16 Geraldina Colotti

“Fermiamo la macchina dei media del Cremlino. Russia Today e Sputnik, controllati dallo stato russo, e le loro affiliate, non potranno più diffondere le loro bugie per giustificare la guerra di Vladimir Putin e seminare la divisione dell'Unione". Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una conferenza stampa a Bruxelles.

L'alto rappresentante Josep Borrell, per giustificare il divieto di trasmissione nella UE, imposto a Rt e Sputnik, ha usato parole ancora più dure. Ha detto "Si deve schiacciare la testa al serpente".

Un bel modo di difendere il pluralismo e la libertà di opinione di cui si riempiono la bocca i governi europei. Come abbiamo visto e continuiamo a vedere rispetto al Venezuela, c'è una poderosa rete di complicità tra questa Europa dei banchieri e le corporations che pilotano i flussi mediatici, essendo l'informazione una merce che risponde al grande capitale internazionale

E così, come scrive il Washington Post, Twitter ha annunciato oggi che inizierà a bloccare i tweet che rilanciano i collegamenti ai media statali russi o ai media legati al Cremlino, utilizzando i tag arancioni. Questi tag sono stati utilizzati in passato per segnalare notizie false sulla pandemia di Covid e ora appariranno in qualsiasi tweet che includa un collegamento a siti di media statali russi.

Twitter smetterà inoltre di consigliare tweet con questi collegamenti e ne impedirà la visualizzazione nel motore di ricerca principale. Durante il fine settimana, Facebook, Google e YouTube hanno annunciato piani per impedire ai media statali russi di monetizzare le loro piattaforme. Già nel 2017 Twitter aveva bloccato la pubblicità di Sputnik e RT, due dei più grandi media statali russi, a seguito di presunte operazioni di disinformazione nelle elezioni del 2016.

E il doppio discorso dei governi europei, che applicano la difesa dei cosiddetti diritti umani in base ai propri interessi di classe, torna alla luce con le dichiarazioni dei politici italiani che finora non hanno riconosciuto il vaccino russo, lo sputnik, ma che spingono per farlo ora per permettere il nuovo business dei rifugiati ucraini.

Ma, d'altra parte, cosa aspettarsi da chi, in nome della "democrazia", si lancia in difesa dei nazisti, riconosce come "legittimi" personaggi che nessuno ha eletto e distribuisce premi per la libertà di espressione a nazisti dichiarati come quelli che organizzano i colpi di stato in Venezuela?

Intanto si moltiplicano gli attestati di solidarietà ai giornalisti perseguitati.

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