8 miliardi dalla Meloni a Tripoli per finanziare migrazione e terrorismo

28 Gennaio 2023 14:35 Michelangelo Severgnini

Non prendiamoci in giro, il gas libico in questo momento non esiste. Andrà cercato in fondo al mare.

Intanto parlamentari libici (di quel parlamento votato dai libici nel 2014 e mai riconosciuto dalla Nato), politici e persino il premier legittimo Fathi Bashagha da Bengasi ripetono in coro "questi accordi sono illegali".

La loro voce in Italia non arriva. Il governo italiano tira dritto e oggi a Tripoli scenderà dall'aereo con le fanfare di un'occupazione coloniale.

In pratica chi oggi firmerà dal lato libico questi contratti, non ha mandato legale per rappresentare i libici. Questi contratti sono dunque carta straccia.
Tuttavia 8 miliardi finiranno nelle casse delle milizie.

A questo servono tutti questi soldi: a tenere in piedi una giunta militare coloniale illegittima, illegale, non votata dai libici e che noi, beffardamente, chiamiamo governo libico.

No, sono solo milizie. Gruppi armati residuati dell'Isis. Lo dice anche il documento ufficiale da loro stessi prodotto e qui sotto pubblicato: i soldi ricevuti dall'Europa servono per finanziare militarmente le milizie al fine di mantenere il controllo di Tripoli, quel 20% di Libia ancora fuori controllo.



In questo 20% di Libia non sta un solo pozzo di petrolio o gas. Ecco perché ora dobbiamo andarcelo a cercare sotto il mare.

Eppure l'altra Libia, quella vera, quella legale, quella legittima, petrolio e gas ne hanno quanto ne occorre.

Qui sotto la fattura della benzina che comprai a Bengasi lo scorso novembre.
1 litro = 0,03 €.



Fatalmente invece, quelle milizie che oggi la Meloni coprirà d'oro non sono solo criminali e illegali, sono le responsabili della migrazione.

Come gli si potrà chiedere di smettere se è la loro unica fonte di sostentamento ormai?

La Meloni non conosce la Libia e sta mettendo l'Italia nei guai.

Mentre da Bengasi le legittime autorità libiche ripetono in coro: questi contratti sono illegali.

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