Paolo Maddalena - L'Italia che svende la compagnia di bandiera anche dileggiata a Davos

La stampa odierna, dopo l’arresto del latitante Matteo Messina Denaro, ripropone in prima pagina il tema delle intercettazioni contro le quali si è da tempo schierato il ministro della Giustizia, ed ex magistrato, Carlo Nordio.

Le sue posizioni iniziali erano drastiche, egli ha parlato di un abuso delle intercettazioni da parte dei PM e, senza tener conto delle norme attuali che già evitano abusi di questo tipo, illogicamente ha posto come freno agli abusi la eliminazione della possibilità di intercettare le persone non direttamente coinvolte in delitti di mafia, ma anche nei delitti contro la pubblica amministrazione. I cosiddetti delitti spia poiché la mafia, dopo il suo radicale cambiamento impressogli da Messina Denaro e consistente in un pesante ingresso nell’ambito degli appalti, è entrata in pieno nel campo dell’economia.

Questa illogica posizione sembra si sia attenuta nelle ultime dichiarazioni di Nordio, il quale comunque dimostra di preoccuparsi del valore rieducativo della pena piuttosto che dei danni subiti dall’intera collettività a causa di soggetti che agiscono contro l’ordine sociale commettendo gravissimi reati. In questa prospettiva egli ha ritenuto ingiusto che i condannati per mafia non possono godere dei benefici di legge, secondo quanto dispone l’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, se non dimostrano il reale loro ravvedimento collaborando con la giustizia.

Affermazione gravissima che pone una eterogenesi dei fini, dimenticando che il valore rieducativo della pena ha la sua espressione nel “ravvedimento” dell’imputato, il quale, per quanto riguarda i reati di mafia, ovviamente non può altrimenti essere dimostrato se non con la collaborazione con la giustizia, altrimenti chiunque può dire di esser pentito senza offrire una prova sicura e inattaccabile.

Quelle di Nordio sono idee inaccettabili che si spera possano essere chiarite proprio in vista del fatto che, come affermato dal PM Maurizio De Lucia, è proprio attraverso le intercettazioni che è stato possibile arrestare Messina Denaro. Abbiamo infatti avuto cioè la prova certa che altro errore del ministro Nordio è stato quello di voler ostinatamente affermare che i mafiosi non parlano per telefono, laddove i fatti hanno definitivamente dimostrato il contrario.

I guai italiani tuttavia non finiscono qui, e a Davos, dove si riuniscono i magnati dell’economia e della finanza mondiale per decidere sul da farsi, e dove si accede solo per invito, l’Italia non era presente, ed è stata considerata la causa fondamentale del pessimo andamento dell’economia europea, senza considerare che l’Italia, molto ingenuamente, anziché proteggere il proprio mercato interno, evitando di porre sul mercato le proprie fonti di produzione di ricchezza nazionale, come hanno fatto Germania, Francia, Olanda, ecc., e dopo aver subito un terribile periodo di austerity imposto da Monti sulla base di una lettera della Troika, che ci ha imposto lacrime e sangue, paga ora la sua obbedienza agli insulsi indirizzi neoliberisti imposti dalla Commissione europea, dal Fondo monetario internazionale e dalla BCE, e viene addirittura indicata come causa fondamentale dei mali d’Europa.

Questo dovrebbe far capire al nostro governo, che continua nelle micidiale privatizzazioni, e ora sta svendendo anche la nostra compagnia di bandiera aerea ITA a Lufthansa , che il mercato interno italiano va difeso, non in base al balzano concetto della concorrenza, che distrugge persino la cosiddetta mano invisibile del mercato di scambio di cui parlava Adam Smith, e pone in essere una guerra continua di tutti contro tutti, nella quale non vince l’eguaglianza economica e sociale, principio fondamentale della nostra Costituzione e del concetto stesso di diritto, ma la diseguaglianza economica e sociale che premia i più furbi, i quali diventano sempre più pochi e sempre più ricchi e distruggono i meno ricchi che diventano sempre di più numerosi e sempre più poveri.

Ciò dimostra che il governo dovrebbe quantomeno rendersi conto di cosa comporta porre sul mercato le fonti di preminente interesse generale offrendole agli stranieri in modo che siano loro a trarne i profitti e noi a ottenere tuttalpiù dei lavori precari o mal pagati, in netta violazione degli articoli 3, 36, 41, 42 e 43 della Costituzione. Ma purtroppo si continua sulla via sbagliata accelerando l’attuazione incostituzionale delle autonomie differenziate, che aumentano il divario tra ricchi e poveri, e l’errata modifica costituzionale del semi-presidenzialismo, che elimina il valore dello sviluppo della persona umana, che pre-esiste alla Costituzione ed è da questa riconosciuta e garantita, per dar luogo, non più a diritti fondamentali intoccabili, ma a diritti che, come avviene in Francia, sono concessi dall’autorità che ne stabilisce la consistenza e i limiti, travolgendo secoli di storia. Davvero un pessimo programma questo sostenuto dalla Meloni.

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