"Donne e bambini torturati a Irpin". Il capolavoro di Open: 2 fake diffuse in 1 articolo solo!

07 Aprile 2022 22:00 Agata Iacono

Eletto dal sistema distopico che gestisce il flusso di informazione ai cittadini italiani al ruolo di "censore di verità", Open ci regala un'autentica gemma.
Con un articolo dal titolo "Le storie di donne e bambini torturati e uccisi a Irpin: «Una ragazzina marchiata con la Z, un’altra stuprata per giorni», Alessandro D'Amato riesce nell'impresa di raggruppare le principali fake news che il regime di Kiev e i battaglioni nazisti stanno mettendo in circolazione ad uso di quei media che tifano per la terza guerra mondiale ormai apertamente.
Con l'ottimo lavoro di "fact-checking" del Comitato per il Donbass Antinazista su Facebook viene subito segnalata la "svista" di utilizzare la donna torturata dai nazisti di Azov a Mariupol (foto scattata da Maurizio Vezzosi) come incredibilmente una civile uccisa dai russi.
L'"aggiornamento" di D'Amato è talmente surreale che va riportato per intero:
"Edit: Questo articolo riportava inizialmente il seguente contenuto: «La parlamentare Lesia Vasylenko ha pubblicato la foto di una donna marchiata con la svastica: l’immagine ritraeva la pancia di un cadavere femminile sfregiato». Seppur Lesia Vasylenko non indicasse nel suo tweet il luogo di provenienza dello scatto, la foto non è legata alle altre vicende narrate in questo articolo. Lo scatto, in realtà, riguarda una persona trovata morta a Mariupol. Per questo motivo abbiamo rimosso il tweet e corretto l’articolo.
Questo il livello di dignità del "censore di internet".
Ma, sempre grazie al lavoro di fact checking del Comitato per il Donbass Antinazista", emerge la seconda incredibile bufala spacciata da Open che resta ancora al momento online: "una bambina con la Z incisa sul petto". Pensate la fonte di Open è Alina Dubovska che citava, a sua volta, come "fonte" letteralmente "suo cugino". Il post, (https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=5010198192380810&id=100001720367096),
è stato rimosso da lei stessa perché non aveva alcuna prova da mostrare, dimostrando più dignità pensate un po' del giornale di Mentana.
Questo il livello di dignità del "censore di internet".

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