Missili israeliani all'Estonia (in direzione Kiev) all'origine della crisi con la Russia?

03 Maggio 2022 17:54 La Redazione de l'AntiDiplomatico

In un articolo pubblicato ieri, il quotidiano israeliano Haaretz ha rivelato che la maggior parte dei funzionari israeliani sostiene già un'ulteriore assistenza per rifornimenti militari all'Ucraina. Questa settimana è previsto una riunione aggiuntiva durante il quale verrà esaminato l'elenco delle armi da inviare.

Tra l'altro Israele non ha proibito all'Estonia di trasferire le sue armi a paesi terzi, compresa l'Ucraina. Come ha riportato due giorni fa The Jerusalem Post.

Secondo fonti a conoscenza della questione, l'Estonia ha acquistato missili anti-nave Blue Spear da Israele per la difesa costiera, oltre ad almeno 640 missili guidati Spike di varie modifiche. La possibilità di trasferire questi sistemi anticarro a Kiev è ora al vaglio delle autorità israeliane.

Inoltre, questo rafforzamento riguardo l'assistenza militare e civile all'Ucraina, sarebbe dovuto, sempre secondo Haaretz, “la crescente evidenza delle atrocità russe contro i civili ucraini rende meno sostenibile la traballante neutralità di Israele nei confronti della guerra.” Parole tra virgolette testuali che, se non ci fosse il dramma di una guerra farebbero ridere.

Se parte della comunità internazionale che ora si straccia le vesti contro “le atrocità di Mosca” inviando armi di ogni genere all’Ucraina avesse inviato anche solo una piccola parte ai palestinesi di fronte alle atrocità di Israele avrebbero già vinto la loro guerra di liberazione.

Naturalmente, da una parte Tel Aviv non vuole scontentare l’occidente, da sempre molto indulgente e complice con i suoi crimini contro i palestinesi. Dall’altra nemmeno vuole provocare tensioni con la Russia, che è stata sempre molto indulgente quando Israele attacca la Siria.

Sul Haaretz, a tal proposito, si precisa: “I funzionari hanno affermato che tra gli elmetti per i soldati al sistema antimissilistico israeliano Iron Dome ci sono molti oggetti che possono essere inviati. C'era un consenso tra i funzionari competenti sul fatto che, almeno in questa fase, i sistemi di difesa aerea, le armi avanzate ei sistemi di attacco non sarebbero stati forniti all'esercito ucraino. Si ritiene che i sistemi difensivi che proteggono le truppe a terra, l'equipaggiamento da combattimento personale e i sistemi di allarme potrebbero essere inviati senza causare una crisi con i russi.”

Inoltre, pecunia non olet, c'è la preoccupazione che l'industria militare israeliana potrebbe essere danneggiata se i paesi che le utilizzano metteranno in dubbio la lealtà del regime di Tel Aviv in caso di crisi.

I media ebraici hanno riferito lo scorso aprile che il ministro israeliano per gli affari

Mosca, data questa situazione, Mosca ha avvertito Israele di rispondere "di conseguenza" se offre aiuti militari all'Ucraina per sostenere Kiev di fronte all'operazione speciale lanciata dalla Russia.

Con tutto questo, diversi analisti affermano che il regime di Tel Aviv è in difficoltà in questo caso, come alleato strategico degli Stati Uniti, da un lato, e con legami con la Russia, dall'altro. Israele non vuole perdere i propri vantaggi interrompendo i rapporti con una delle parti.

Certamente, continuando su questa falsa riga di ambiguità il ruolo di mediatore che inizialmente voleva costruirsi Israele all’inizio del conflitto Russia-Ucraina è in buona parte è ormai caduto, il ruolo di pendolo fra Occidente e Russia non funziona. Con molta probabilità questa presunta mediazione era dovuta al sabotaggio per il nuovo accordo sul nucleare iraniano, i cui negoziati anche se lentamente e con la melina dei paesi occidentali impegnati nella trattativa.

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